A distanza di alcuni giorni, Massimo Bossetti torna a scrivere a Vittorio Feltri, direttore di Libero Quotidiano. Bossetti, in carcere dopo la condanna definitiva all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio, continua a definirsi estraneo al delitto, “un uomo disperato, che non sa più a chi e cosa aggrapparsi, ovunque mi trovo c’è solo sempre più terreno arido”. L’ex muratore di Mapello chiede al dott. Feltri di non smettere mai di urlare “quanto di disumano mi è stato fatto”, spiegando si stare “soffrendo tantissimo per quanto non ho commesso”. Il pensiero di Bossetti nella sua nuova missiva va soprattutto ai suoi figli che, come spiega, continuano a chiedere costantemente di lui. “Sto soffrendo tantissimo, soffro in silenzio, perché ho paura che io non riesca più a intravvedere l’azzurro del cielo, senza le sbarre tra i miei occhi, paura di perdermi quanto ancora lì fuori ho di più caro, per colpa di questo vergognoso, disumano, marcio, corrotto sistema, che interamente mi ha avvolto, senza il diritto di replica”, tuona dalla sua cella. Quindi si augura che tale “ingiustizia” non sia letale anche per lui, come lo è stata per i suoi genitori, venuti a mancare nel corso del suo coinvolgimento nel caso.
MASSIMO BOSSETTI, NUOVA LETTERA A VITTORIO FELTRI
Colui che per la legge italiana ha ucciso Yara Gambirasio, ha poi ribadito ancora una volta il suo “grazie” a Feltri per aver preso le sue difese pubblicamente: “GRAZIE, GRAZIE MILLE, mi ha tirato su di morale sentire che non sono solo a pensare e ribadire che è stato commesso un “GRANDE ERRORE GIUDIZIARIO”!”, ha proseguito, auspicando in un loro futuro incontro e ribadendo la sua innocenza: “Non ho commesso nulla di quello di cui mi si accusa, e mi auguro che chi di dovere faccia il proprio lavoro in modo professionale, e dica la verità”. Il riferimento, come spiega più avanti, è rivolto al dott. Casari, consulente della procura, “che una volta per tutte dica che c’ è ancora del Dna per ripetere il test, affinché si possa levare “OGNI RAGIONEVOLE DUBBIO” e che la procura dia il suo benestare alla revisione del processo”, tuona ancora Massimo Bossetti. A Feltri l’uomo ha anche voluto donare una maglia con la scritta “al di là di ogni ragionevole dubbio” che, come spiega lo stesso Bossetti “è stata pensata accuratamente per sensibilizzare quanto in me non è accaduto dalla giustizia, e per lanciarla in vendita nel dare un aiuto economico ai miei figli (visto che ancora non lavoro) per poter partecipare alle spese nella continuazione agli studi”.
AZZURRA BARBUTO LO DIFENDE
A replicare alla lunga missiva di Massimo Bossetti è stata Azzurra Barbuto per Libero, la quale ha espresso la speranza che la sua innocenza possa un giorno venire finalmente alla luce. Quel giorno, semmai dovesse arrivare, “lei sarà considerato non più quel mostro che uccise una ragazzina indifesa, la quale stava tornando a casa, bensì un martire. Ossia un uomo che ha subìto il delitto atroce di essere reputato nonché giudicato quale omicida pur non essendolo”. Tuttavia, tornando con i piedi per terra, la Barbuto evidenzia come senza nuovi elementi difficilmente ci sarà una revisione del processo. “Però sappia che noi non l’abbandoneremo. Le staremo al fianco. Continueremo a darle voce, a pubblicare i suoi scritti, a risponderle. Ad un essere umano si può togliere la libertà e pure la vita, ma non la parola”, lo rincuora. “Ci fa rabbrividire l’ ipotesi che lei davvero non c’ entri un bel niente con quella brutta faccenda, con la scomparsa tragica di Yara, alla quale tutti noi ci siamo affezionati pur non avendola mai conosciuta”, aggiunge la giornalista, che definisce i figli di Bossetti “anch’essi vittime, a prescindere dalla sua colpevolezza o meno”.