Sono passati sette anni dall’arresto di Massimo Bossetti, l’uomo condannato all’ergastolo nei tre gradi di giudizio in quanto ritenuto il solo responsabile dell’omicidio di Yara Gambirasio. Lui continua a gridare la sua assoluta innocenza mentre la Corte d’Assise di Bergamo per l’ennesima volta ha detto di no all’accesso ai reperti, come ampiamente chiesto dalla sua difesa. Dei nuovi sviluppi sulla vicenda se ne è parlato nel corso di “Crimini e Criminologia” su Cusano Italia TV. Uno dei legali di Bossetti, l’avvocato Claudio Salvagni, ha commentato: “Noi non ci arrendiamo e per questo abbiamo già presentato un ulteriore ricorso in Cassazione, visto che nelle tre precedenti occasioni, la Suprema Corte ci ha sempre dato ragione”. Ciò significa che la difesa dell’uomo andrà in Cassazione per la quarta volta poiché, dice, “è un nostro diritto e un diritto di Massimo Bossetti, vedere quei reperti rimasti ed esaminarli”.



Salvagni ha anche puntato il dito contro la Corte di Bergamo e la sua ultima decisione “in quanto fa a stracci i principi fondamentali del diritto”. L’avvocato tuttavia si dice ottimista e sebbene occorrerà attendere ancora, si dice certo dell’esito positivo della loro battaglia. “Mi chiedo come è possibile che la Corte di Bergamo nelle precedenti occasioni non abbia tenuto conto del pronunciamento della Cassazione a noi favorevole, decidendo solamente di chiuderci la porta in faccia. Tutto questo è assurdo”, ha tuonato.



MASSIMO BOSSETTI DISPERATO IN CARCERE

Secondo Claudio Salvagni, avvocato di Massimo Bossetti, l’intento dei giudici di Bergamo sarebbe quello di “evitare di riaprire il caso, impedendoci di riesaminare quei reperti”. Intanto l’uomo, condannato all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio, ha sempre chiesto di essere sottoposto ad una nuova perizia al fine di dimostrare che quello riscontrato non è il suo Dna. Ora comunque dovranno passare altri mesi di attesa prima di un nuovo pronunciamento della Corte, mesi durante i quali Bossetti continuerà a restare all’ergastolo. “Noi legali continueremo a batterci senza sosta utilizzando gli strumenti del diritto che ci vengono concessi”, ha proseguito Salvagni. A suo dire, “c’è un uomo condannato all’ergastolo senza che sia mai stata verificata al 100% quella prova di condanna”. L’avvocato di Bossetti ha poi posto l’accento su un’altra cosa che definisce “Strana, singolare e senza precedenti”. Il riferimento è ad un’accusa rivolta alla difesa dell’uomo: “noi avvocati difensori di Bossetti accusati e indagati per calunnia”. Infine, sulle condizioni di Massimo Bossetti, l’avvocato Salvagni ha svelato: “Ho incontrato Massimo Bossetti in carcere pochi giorni fa, trovandolo molto ma molto provato”.



Bossetti avrebbe detto loro: “sono disperato, non so più che cosa devo fare. Avvocati continuate a lottare, ho fiducia di voi e non smetterò mai di lottare perché  sono innocente. Lo faccio per me, per i miei figli e perché  so che Yara non ha avuto giustizia”. Proprio per via del suo stato, ha concluso il legale, il suo assistito viene costantemente controllato dagli operatori penitenziari al fine di evitare che possa commettere qualche gesto insano.