Massimo Bottura, fra gli chef più stimati in Italia e al mondo, ha un’idea su come i ristoranti possano salvarsi dopo il secondo lockdown. Nel nuovo Dpcm, infatti, è stata imposta la chiusura dei locali alle ore 18:00, di conseguenza gran parte dei locali perderà tutte le cene serali. “Io mi domando: ma noi chi siamo? – scrive Massimo Bottura attraverso il Corriere della Sera – io credo che oggi un ristorante, in Italia, valga una bottega rinascimentale: facciamo cultura, siamo ambasciatori dell’agricoltura, siamo il motore del turismo gastronomico, facciamo formazione, ed ora abbiamo dato inizio ad una rivoluzione culinaria “umanistica” che coinvolge il sociale”. Lo chef stellato sottolinea come oggi più che mai la categoria si sente abbandonata, si sente sola, nonostante la maggior parte dei ristoratori sia sottostata in pieno alle precedenti direttive per poter aprire in sicurezza a partire dallo scorso mese di maggio: “Abbiamo chiuso a marzo e ci avete chiesto di riaprire dopo tre mesi rispettando le regole. L’abbiamo fatto. In tantissimi si sono indebitati per mettersi in regola: mascherine, gel, scanner di temperatura, saturimetri, sanificazione dell’aria, test per tutto lo staff, ingressi alternati, tavoli distanziati”.



MASSIMO BOTTURA: “CI SERVE SPERANZA, FIDUCIA E SOPRATTUTTO LIQUIDITA’”

Massimo Bottura spiega come sia necessario avere “speranza e fiducia” per uscire da questa crisi, ricordando come oggi, senza liquidità “molti non ce la faranno e il paese perderà una delle colonne portanti della sua identità”. Mancando il contante non vengono pagati stipendi, fornitori, muti e affitti, “Serve un segnale che ci riporti fiducia – spiega ancora Massimo Bottura – ora si rischia la depressione. Ora abbiamo bisogno di coraggio e di stimoli. Per trovare la voglia di continuare e non sentirci soli”. Ed ecco quindi le cinque proposte dello chef modenese per salvare la ristorazione, a cominciare da una chiusura dei locale alle ore 23:00, in concomitanza con il coprifuoco già in vigore in numerose regioni. Secondariamente, servirà dare “liquidità in parametro ai fatturati”, non quindi una somma univoca per tutti. Necessaria poi la cassa integrazione “almeno fino alla stabilizzazione del turismo europeo”, nonché della decontribuzione per il 2021. Infine, l’ultima richiesta, l’abbassamento dell’aliquota Iva al 4% per l’anno che verrà. “La politica è fatta di coraggio e di sogni – conclude Bottura nella sua disamina – è simile alla poesia. È fatta di immaginazione e di futuro. La politica deve rendere visibile l’invisibile”.

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