Massimo Cacciari ospite de La Confessione, il programma di interviste condotto da Peter Gomez sul Nove. L’ex sindaco di Venezia è pronto a rispondere alle domande del giornalista soffermandosi su due eventi importantissimi a livello internazionale: la pandemia da Coronavirus e le recenti elezioni negli Stati Uniti d’America. Il filosofo e politico, intervistato da Spray News, si è soffermato a parlare proprio del Covid-19 facendo riferimento alla prima e seconda ondata dei contagi. “Il Governo ha affrontato la prima ondata in modo emergenziale e nulla di più, la seconda lo ha colto totalmente impreparato, sempre all’inseguimento. Basta vedere la Calabria.  D’altra parte non è una novità, inseguiamo le crisi e le emergenze da una vita” – ha precisato Cacciatori proseguendo dicendo – “è una situazione di destrutturazione dello Stato, che va avanti da almeno trent’anni. Avrebbero dovuto pensare a un rafforzamento di tutte le strutture sanitarie, predisporre protocolli chiari e incontrovertibili che fissassero confini e limiti nel rapporto con le Regioni e non l’hanno fatto”.



Non solo, Cacciari ha puntato il dito anche contro quelli che sono, senza alcun dubbio, due errori enormi fatti dall’amministrazione e dal Governo: il liberi tutti in estate e la riapertura delle discoteche.  “Due errori bestiali. Una gestione del tutto improvvisata, su tutti i fronti, ivi comprese le questioni fondamentali del sostegno alle imprese e ai lavoratori” – ha commentato il politico – “è il risultato della destrutturazione, che non è solo del ceto politico, ma anche di quello dirigenziale” che conclude sottolineando “il Covid ha messo a nudo deficienze strutturali che covavano da trenta anni”.



Massimo Cacciari sulle Elezioni Usa 2020 e la vittoria di Joe Biden

Non solo il Covid, recentemente Massimo Cacciari ha parlato anche delle Elezioni Usa 2020 che hanno visto Joe Biden trionfare contro Donald Trump. Una vittoria che ha spinto il politico e saggista ad una analisi molto approfondita su quello che potrebbe essere lo scenario in America: “disoccupazione alta, precarizzazione economica delle classi lavoratrici, perdita di reddito, ma soprattutto di status sociale, di vastissimi settori di ceto medio sono la destabilizzazione impressionante della base materiale su cui si regge la stessa idea di democrazia rappresentativa”. L’accademico ed opinionista si sofferma anche sulla questione lavoro ed economia: “se il pluriverso del lavoro dipendente, delle professioni, del ceto medio vede minacciata la propria stabilità e vanificarsi le prospettive di crescita del proprio benessere non solo, e forse neppure prioritariamente, sotto il profilo economico, è impossibile funzioni quella ‘virtù’ di moderazione e giusto compromesso che regge la politica democratica”.

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