«Per le vere riforme servono maggioranze forti e cose, Draghi non ha una grande coalizione, ma una grande ammucchiata che aiuta la sopravvivenza di chi c’è»: netto Massimo Cacciari ai microfoni de La Verità. L’ex sindaco di Venezia ha spiegato che il premier non riuscirà a varare una stagione di riformismo, ma al massimo potrà costituire una buona base su cui un futuro governo potrebbe impalcare una riforma vera «fondandosi su una seria coalizione politica non improvvisata».



Nel corso della lunga intervista, Massimo Cacciari ha sottolineato che Draghi sta mostrando a tutti l’impotenza della politica dei partiti, considerando che i leader sono alla disperata ricerca di un posto a tavola. La sparizione della politica è inevitabile, ha proseguito il filosofo: «Dopo il fallimento clamoroso di due governi politici, uno spostato a destra, l’altro a sinistra, come possono i partiti avere voce in capitolo?».



Massimo Cacciari: “Pd ridotto a un assemblaggio di microcarriere”

Massimo Cacciari ha poi criticato aspramente il Partito Democratico, già definito un «comitato elettorale» recentemente. Entrando nel dettaglio, l’ex primo cittadino di Venezia ha rimarcato che il Pd è composto solo da tante piccole correnti, anzi spifferi d’aria, con il segretario Enrico Letta obbligato a lanciare dei ballon d’essai come ddl Zan, voto ai 16enni e Ius soli: «Perché si ritrova con un partito ridotto a un assemblaggio di microcarriere, piccoli corpi elettoralistici. Peraltro è la stessa situazione in cui si trovava Zingaretti».«Per Draghi e la sua azione di governo, le battaglie di Letta sono aria fritta», ha aggiunto Massimo Cacciari, che si è poi soffermato sulle recenti parole di Di Maio a proposito dell’assoluzione di Uggetti: «Di Maio avrebbe fatto meglio a tacere. Posso credere che nel fondo del suo cuore il pentimento e la vergogna siano sinceri, ma c’è un piccolo particolare: quando cinque anni fa diceva quelle cose Di Maio non era un ragazzino, ma era adulto e vaccinato. Non era un passante, ma ricopriva già incarichi politici. Adesso, dopo queste scuse, la sua credibilità politica è pari a zero»

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