Massimo Ciavarro non è solo lo storico attore di “Sapore di mare 2”, ma anche il padre di uno dei concorrenti del Grande Fratello Vip 4. Ci riferiamo a Paolo Ciavarro, che sta tentando così di ritagliarsi un percorso televisivo tutto suo senza dover essere sempre riconosciuto come il “figlio di”. In ogni caso suo padre lo supporta, sui social infatti pubblica diversi post per il figlio, a conferma di un legame solido nonostante la separazione dalla madre di lui, Eleonora Giorgi. «Paolo mi ha dato felicità allo stato puro», disse anni fa in un’intervista a Vanity Fair. Il figlio è l’unica cosa che conta davvero nella vita per lui: «Sono banale». Ma in realtà non lo è affatto. Come non è banale quando dice che la separazione da Eleonora Giorgi ha reso ancor più forte il rapporto con suo figlio: «Dai suoi 3 anni e mezzo fino ai 16, lui ha vissuto tantissimo con me. E quando era con me, eravamo una famiglia, non ho mai delegato a nessuno. Magari se Paolo fosse cresciuto in una famiglia normale, con papà che torna a casa da lavoro la sera, adesso avremmo avuto un rapporto diverso».
MASSIMO CIAVARRO: IL PADRE MORTO E LA SEPARAZIONE DA ELEONORA GIORGI
La separazione da Eleonora Giorgi però lo catapultò in un paio di anni bui. Massimo Ciavarro finì all’analista, il quale gli consigliò di mettere nero su bianco i suoi pensieri. Una delle prime cose che raccontò è la morte di suo padre Domenico. «Se mio papà non fosse morto, io oggi sarei un’altra persona, laureata probabilmente in legge. Lui aveva idee sane. Con lui avrei avuto una vita molto più facile, sarei diventato adulto più tardi a 20-25 anni invece sono stato costretto a prendere tra le mani la vita della mia famiglia a un’età in cui in teoria si è ancora immaturi». Nell’intervista a Vanity Fair spiegò che anche questo ha cambiato tutto. «Un trauma che, come altri, col senno di poi non è stato solo dolore». Eleonora Giorgi resta comunque la donna più importante della sua vita: «Ho sempre avuto difficoltà a esternare i sentimenti. La consideravo una cosa inutile. “Che te lo dico a fare, se tanto te lo dimostro?”, questo era il mio modo di pensare. Sbagliatissimo, ma l’ho capito solo adesso. “Ti amo” hai anche bisogno di sentirlo dire, ed è bello anche dirlo. Io, l’ho detto per la prima volta a 57 anni».