Il professor Massimo Clementi, ordinario di Microbiologia e Virologia al San Raffaele di Milano, ha rilasciato un’intervista ai colleghi di “Quotidiano Nazionale” nella quale ha annunciato la vittoria dell’Italia contro il Coronavirus, nonostante il ministro della Salute, Roberto Speranza, abbia affermato che, sino al momento in cui il numero dei morti Covid non sarà pari a zero, non si potrà festeggiare. “Un’affermazione del genere dimostra che la politica sta ancora con entrambe le scarpe dentro la pandemia – ha asserito l’esperto –. Zero forse non esiste per qualsiasi malattia, ma la battaglia contro il virus è già stata vinta, se ne facciano una ragione”.



Secondo il professore, la sconfitta del virus SARS-CoV-2 non solo è da considerarsi già acquisita, ma è anche motivata dai dati di fatto, in quanto con i vaccini “abbiamo trovato le armi giuste. E se smettiamo di vaccinare perdiamo, il confine è abbastanza sottile”. Clementi ha rimarcato inoltre come questo virus non possa inventarsi vie di fuga “all’infinito: ha i suoi limiti. Anche la tanto sbandierata variante Delta va ridimensionata: è vero che si diffonde di più, anche fra i giovani, ma non aumenta il numero dei ricoverati”.



MASSIMO CLEMENTI: “C’È GRANDE CONFUSIONE SUI MORTI COVID”

Sulle colonne di “Quotidiano Nazionale”, Massimo Clementi ha poi annunciato che sui decessi legati al Coronavirus è stata fatta grande confusione, passando a un esempio pratico, in grado di fare comprendere il significato della sua affermazione: “L’anno scorso un giovane motociclista ebbe un incidente davanti al mio ospedale. Fu ricoverato al pronto soccorso, gli fecero il tampone e risultò positivo. Il giorno dopo morì perché le sue condizioni erano gravissime, ma fu inserito nel computo dei decessi per Covid”.



Dopo un breve passaggio su AstraZeneca, vaccino che, a detta del professor Clementi, è stato “sfortunato”, in quanto al primo caso problematico e doloroso “abbiamo reagito in maniera emotiva senza una sufficiente valutazione dei dati”, il diretto interessato ha espresso l’auspicio che le ragazze tornino a vaccinarsi contro il papilloma virus (500mila casi annui di cancro al collo dell’utero, ndr), che si ricomincino a considerare le malattie cardiovascolari e psichiatriche e che riprendano i trapianti di organi e di midollo: “I malati di allora sono ancora tutti lì, ma qualcuno continua a pensare che si muoia solo di Covid”.