Non ci sarà una nuova ondata di contagi, la Gran Bretagna fa giurisprudenza: questo il giudizio del professor Massimo Clementi. Intervenuto ai microfoni de Il Resto del Carlino, il virologo del San Raffaele ha fatto il punto della situazione sull’emergenza coronavirus nel nostro Paese, citando come riferimento il Regno Unito, dove il trend al ribasso potrebbe confermare la bontà delle scelte di Boris Johnson sulle riaperture: un successo legato alla grande campagna vaccinale ma anche alla particolarità della variante Delta, considerando che «le patologie sono meno impegnative».



Nel corso del suo intervento, Massimo Clementi ha sottolineato che la Gran Bretagna è ad un passo dal raggiungere l’immunità di gregge e, come già evidenziato in precedenza, non ci sarà alcuna quinta ondata: «No, a meno che il virus non cambi così tanto da diventare qualcosa di totalmente diverso, ma è improbabile. A quel punto l’Inghilterra potrebbe essere fuori dalla pandemia. I patogeni non hanno illimitate capacità di mutare, soprattutto per quel che riguarda le strutture di aggancio alla cellula. L’ipotesi più probabile è che il Covid diventi endemico con pochi casi invernali all’anno e una sindrome clinica semplice».



MASSIMO CLEMENTI: “”

Entrando nel dettaglio della situazione in Italia, Massimo Clementi ha rimarcato che siamo in una fase di ascesa, anche se è difficile dire quando arriverà il picco. Secondo l’esperto non arriveremo ai numeri della Gran Bretagna, considerando che le autorità UK fanno molti più tamponi e organizzano più eventi pubblici di massa. L’immunità di gregge potrebbe arrivare a fine settembre «raggiungendo l’80% della popolazione vaccinata con due dosi», ha aggiunto Massimo Clementi, che ha poi acceso i riflettori sulle diverse velocità di vaccinazione a seconda dei Paesi: «Situazione rischia di tenerci nel limbo della quasi uscita dal tunnel per tanto tempo? Sì, perché fino a poco tempo fa le politiche erano diverse. Fino alla decisione unanime di procedere alla vaccinazione di massa, si andava avanti in ordine sparso. Ora ci stiamo allineando tutti. La campagna di massa ha messo d’accordo tutti i virologi, il vaccino è un linguaggio condiviso dagli scienziati che in precedenza litigavano».

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