INDAGATI A NAPOLI MASSIMO D’ALEMA E ALESSANDRO PROFUMO: LE MOTIVAZIONI
L’ex Premier Massimo D’Alema e l’ex ad di Leonardo Alessandro Profumo sono ufficialmente indagati nell’ambito della maxi inchiesta della Procura di Napoli per la vendita di aerei militari e navi alla Colombia. I due nomi importanti della politica e dell’imprenditoria vengono indagati a vario titolo insieme ad altri soggetti nell’operazione di vendita al Governo colombiano di prodotti di aziende italiane con partecipazione pubblica.
In particolare – rileva Fiorenza Sarzanini sul “Corriere della Sera” citando i documenti della Procura di Napoli – D’Alema e Profumo sono coinvolti nella compravendita di aerei M346 da Leonardo (ex Finmeccanica) e piccoli sommergibili di Fincantieri: l’accusa ritiene che i soggetti indagati abbiano ottenuto da parte delle autorità colombiane di accordi per oltre 4 miliardi di euro. Con D’Alema e con il dirigente Profumo ci sarebbero indagati anche Giuseppe Giordo (ex direttore generale della divisione navi militari di Fincantieri) assieme ad altri mediatori dell’operazione commerciale: si tratta, scrive il “CorSera”, di Francesco Amato ed Emanuele Caruso.
D’ALEMA E PROFUMO INDAGATI E ANCHE PERQUISITI DALLA DIGOS
Dopo il caso sollevato ad inizio 2022 da “Striscia La Notizia” circa la vendita di armi in Colombia, torna dunque di stretta attualità l’operazione portata a termine con alti dirigenti di partecipate italiane per il fondatore di Articolo1 Massimo D’Alema. Secondo l’accusa – scrive ancora Sarzanini – i soggetti indagati si sarebbero adoperati «quali promotori dell’iniziativa economica commerciale di vendita al governo della Colombia di prodotti di aziende italiane a partecipazione pubblica». L’obiettivo di D’Alema e Profumo sarebbe stato quello di «ottenere da parte delle autorità colombiane la conclusione degli accordi formali e definitivi aventi ad oggetto le descritte forniture ed il cui complessivo valore economico ammontava oltre 4 miliardi di euro».
La Digos di Napoli ha perquisito questa mattina, su disposizione della Procura, uffici e abitazioni di tutti i soggetti indagati: si tratta, scrive l’ANSA, di Alessandro Profumo (nella veste di amministratore delegato di Leonardo); l’ex presidente del Consiglio Massimo D’Alema; Giuseppe Giordo, ex direttore del settore Navi di Fincantieri e Gherardo Gardo, nella veste di contabile di D’Alema. È ancora il “Corriere della Sera” che cita il decreto di perquisizione sottolineando come Amato e Caruso avrebbero operato «quali consulenti per la cooperazione internazionale del ministero degli Esteri della Colombia tramite Giancarlo Mazzotta riuscivano ad avere contatti con Massimo D’Alema il quale per il curriculum di incarichi anche di rilievo internazionale rivestiti nel tempo si poneva quale mediatore informale nei rapporti con i vertici delle società italiane ossia Alessandro Profumo quale amministratore delegato di Leonardo e Giuseppe Giorgio quale direttore generale della divisione navi militari di Fincantieri». Per portare a termine l’operazione con la Colombia, concludono le carte anticipate dal “Corriere”, «offrivano e promettevano ad altre persone il corrispettivo illecito della somma di 40 milioni di euro corrispondenti al 50% della complessiva provvigione di 80 milioni di euro».