Girano soldi, tanti, tra Bogotà e Roma in vero e proprio asset di business che vede la mediazione dell’ex presidente del Consiglio Massimo D’Alema. Come rivelato da “Sassate.it” prima e “La Verità” poi, l’ex premier infatti si si sarebbe posto come intermediario con dei faccendieri per vendere armi e navi alla Colombia. L’affare, da oltre 5 miliardi complessivi, avrebbe portato a lui e altri protagonisti della mediazione, una cifra intorno agli 80 milioni, ma l’operazione è andata in stallo. Secondo le ricostruzioni D’Alema avrebbe provato a fare da intermediario per Leonardo e Fincantieri per la vendita al ministero della Difesa colombiano di 4 corvette Fcx30 e due sommergibili classe Trachinus, prodotti da Fincantieri, oltre ad alcuni aerei M346 di Leonardo.



A far rumore però è la posizione di Leonardo e Fincantieri, che hanno sottolineato come a D’Alema non fosse stato dato alcun incarico di brokeraggio. “Bisogna concludere l’affare entro un paio di mesi” avrebbe detto D’Alema ai suoi interlocutori, anche perché il cambio dei vertici delle due aziende di Stato avrebbe potuto rallentare l’iter. Per questo chiedeva agli interlocutori, in una riunione agli inizi di febbraio di non perdersi in richieste piccole e trascurabili: “Creare difficoltà prima di raggiungere il contratto tra le società italiane e il governo colombiano mi sembra stupido. Diciamo. Quello è il premio importante. Non il rimborso spese”.



D’ALEMA E LA MEDIAZIONE CON LA COLOMBIA, LA DIFESA

Qualcosa però non è andata secondo i piani scritti dall’ex PD, che nel giro di qualche giorno si è ritrovato con nulla in mano. Scoperta la sua trattativa “segreta”, D’Alema si è difeso. Ai microfoni di La Repubblica ha spiegato: “Io ho cercato di dare una mano a imprese italiane per prendere una commessa importante. Ero stato contattato da personalità colombiane che si erano dette disposte a sostenere questa ipotesi. Evidentemente a qualcuno dava fastidio ed è intervenuto per impedirlo”. Il riferimento è al sottosegretario alla Difesa Giorgio Mulé (Forza Italia) e del ministro dalla Difesa Lorenzo Guerini.



Mulè, sentito da Il Fatto Quotidiano, ha replicato: “L’ambasciatrice colombiana mi ha chiamato a metà febbraio e mi ha detto che era andato da lei D’Alema, che si era presentato come rappresentante di Leonardo. Per me l’interessamento di D’Alema è irrituale, anche perché è stata proprio Leonardo, a fine 2021, ad avvisare la Difesa chiedendo il supporto alla sua attività in Colombia. In ogni modo – conclude Mulè – ho chiamato il direttore generale di Leonardo per chiedere chiarimenti su questa storia di D’Alema: sto ancora aspettando la risposta”.