Massimo Galli, professore ordinario di Malattie infettive all’Università Statale di Milano, è intervenuto ai microfoni di TgCom 24 per fare il punto sulla questione Coronavirus. L’esperto ha asserito che più di 20 milioni di italiani si sono infettati, “tenendo conto anche di chi ha contratto il virus e non se n’è accorto. Con le vaccinazioni, non ci possiamo aspettare la situazione degli anni scorsi per numero di decessi, anche se ci stiamo avvicinando a 100 vittime al giorno”.



A tal proposito, Massimo Galli, ha spiegato che “la pandemia di Covid non finisce per decreto e la mascherina non è un feticcio da bruciare in piazza, ma una protezione da tenere. Toglierla sui mezzi pubblici non è una furbata secondo me, perché non tutela i soggetti fragili che sono a maggior rischio in certi contesti, per cui andrebbe ripristinata. Per quanto riguarda il progredire dell’infezione, ci stiamo aspettando ciò che già ci aspettavamo, ossia che l’autunno portasse con sé l’incremento dei casi. Anche se i trend si sono spostati verso l’alto, non ritengo la situazione confrontabile con quella degli anni scorsi per pericolosità”.



MASSIMO GALLI: “PER MANTENERSI SU PIAZZA, IL VIRUS CREA VARIANTI”

Le varianti Covid, nell’arco degli ultimi dodici mesi, si sono susseguite con una grandissima velocità, tanto da mettere in difficoltà coloro che le inseguivano per la produzione di nuovi vaccini. In tal senso, Massimo Galli, a TgCom 24, ha aggiunto: “Per mantenersi su piazza, questo virus ha bisogno di cambiare. Se saltasse fuori per caso una mutazione più adatta delle altre per mantenere l’infezione, essa si affermerebbe, almeno fino a quando non intervenissero altri fattori che ne originassero un’altra”.



Nella stragrande maggioranza dei casi, il Covid “non causa, se non raramente, malattia grave e decesso nelle persone vaccinate e in coloro che hanno già avuto l’infezione – ha chiarito Massimo Galli –. C’è tutta una parte di popolazione da proteggere e c’è una grossa fetta di non vaccinati nella nostra popolazione, più sensibile nelle età più avanzate. Attenzione, poi ai bambini, la maggior parte dei quali non è vaccinata: tra di loro si diffonde principalmente il virus, che poi viene trasmesso ai genitori e ai nonni”.