Tra vaccino e lockdown, Massimo Galli a 360° ai microfoni di Accordi e disaccordi. Il professore ha esordito parlando delle importanti novità giunte da Pfizer: «È la luce in fondo al tunnel, abbiamo qualcosa che sembra essere davvero in grado di garantire una copertura importante e garantirci quella immunità di gregge che è il primo fondamentale passo per poter tenere questo virus sotto controllo. Ma è da distribuire questo vaccino e non è facilissimo, ha bisogno di una catena del freddo importante e questo mi preoccupa per i Paesi poveri, anche se nemmeno noi e altri Paesi stiamo benissimo. Ci dobbiamo organizzare parecchio». Poi sulla attuale emergenza sanitaria nel Paese: «I provvedimenti non sono inutili, ritengo che i diversamente giovani abbiano già da tempo capito e di loro messo in atto provvedimenti possibilmente di contenimento del problema, rinunciando a vedere figli e nipoti. E viceversa molti italiani sanno che devono stare attenti ai loro anziani. Questo potrebbe aver dato una mano prima dei provvedimenti per regioni, che hanno un loro razionale, anche se io andrei per province, visto che sono anche le circoscrizioni più ridotte quelle in cui si può ragionare meglio in termini di contenimento dei problemi».
MASSIMO GALLI: “IL TEMPO É POCO”
«Il lockdown generalizzato è costato lacrime e sangue dal punto di vista economico, ma si è dimostrato estremamente efficace. Tutti i provvedimenti che sono in corso ora sono sperimentazioni, certezze non ci sono: la certezza è il lockdown ha funzionato e abbiamo avuto altri Paesi che hanno fatto dei lockdown meno buoni del nostro che si sono trovati più rapidamente nei guai. Abbiamo un Paese abbastanza stanco, scoraggiato e molto meno solidale rispetto a marzo», ha ribadito Massimo Galli ad Accordi e Disaccordi, per poi soffermarsi sull’ipotesi lockdown nazionale: «Mi auguro che entro una decina di giorni i segnali diventino molto favorevoli, il tempo è poco. Lockdown? Io sto vedendo una certa coerenza, il Cts ha fissato una serie di criteri che hanno un senso. Vengono applicati e questo implica i cambiamenti di colore. Io a questo punto considererei anche aree più ristrette per il cambio di colore. Ma questo tipo di situazione consente una serie di spostamenti che possono implicare dei problemi per il contenimento». Massimo Galli ha poi replicato così alle critiche: «Se mi dà fastidio passare per menagramo? Chiaramente io sono abbastanza amareggiato, ma soprattutto per i morti che vedo, non per le ciance di altri. C’è un filone di pensiero che, sulla base di nessun dato, è passato dal negazionismo al riduzionismo, alla volontà di una comunicazione alla camomilla che credo sia per gli italiani un atto di spregio. Io penso che le persone debbano essere informate dei fatti, credo che se la gente sa come stanno le cose, sa come aiutarsi».