Il professor Massimo Galli, responsabile di malattie infettive presso l’ospedale “Sacco” di Milano, è intervenuto nella serata di ieri, martedì 15 giugno 2021, ai microfoni di “Cartabianca”, trasmissione di Rai Tre condotta da Bianca Berlinguer. Inevitabilmente, l’esperto ha affrontato uno degli argomenti più dibattuti in queste giornate, vale a dire il mix tra vaccini. A proposito di questa tematica, Galli ha dichiarato che effettuare due dosi con altrettanti sieri di tipo diverso “si può fare e il ‘si può fare’, in questo caso, non è quello del dottor Frankestein”.



Il riferimento, inevitabilmente, è alla prima somministrazione con AstraZeneca, adesso riservato alla popolazione over 60, e alla seconda con un vaccino a Rna messaggero, dunque Pfizer o Moderna. Il professore ha sottolineato che un discorso di stretto rigore scientifico imporrebbe il rispetto di regole sperimentali, ma dall’altra parte c’è il dato empirico, proveniente da Paesi in cui il mix è stato abbondantemente usato, in base al quale le reazioni non sono tali da sconsigliare il mix. Insomma, “le basi di questa possibilità stanno cominciando a divenire tutt’altro che trascurabili”.

GALLI: “SÌ A MIX DI VACCINI, MA SI POTREBBE ANCHE STARE FERMI UN GIRO DOPO LA PRIMA DOSE CON ASTRAZENECA”

Il professor Massimo Galli, in collegamento audiovisivo con “Cartabianca”, ha poi chiarito che, secondo la sua opinione e la sua sensazione, ambedue non suffragate da un numero enorme di dati, il mix funziona meglio di alcune doppie vaccinazioni, in particolari contesti e su determinati soggetti. “Ma sono il primo a dire che serve qualche elemento in più – ha aggiunto –. Inoltre, chi si è sottoposto alla prima vaccinazione con AstraZeneca e ha anticorpi significativi potrebbe rimanere fermo un giro”. Infine, un’analisi rapida alle recenti limitazioni che hanno coinvolto il vaccino AstraZeneca all’indomani della morte della diciottenne Camilla Canepa: “A questo punto diventa importante considerare il rapporto rischio/beneficio a livello individuale e non solo collettivo. Se abbiamo scollinato e abbiamo un numero di vaccini sufficiente, andava e andrà evitato usare un vaccino valido, ma che presenta un problema in una fascia di età e soprattutto per le donne”.

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