Appello del primario dell’ospedale Sacco di Milano, Massimo Galli, docente all’università degli Studi meneghini, di restare a casa. Attraverso la propria pagina Twitter il noto virologo ha scritto:
“La situazione è sempre più preoccupante. In questo fine settimana state il più possibile a casa e limitate gli incontri anche con familiari ed amici allo stretto indispensabile. I nostri morti ricordiamoli nel cuore e nella mente e non affollando i cimiteri”. Parole che Massimo Galli ha proferito alla luce del weekend di Halloween e della festa di Ognissanti, giornate che potrebbero indurre le persone a spostarsi di più, magari per incontrare parenti, ma soprattutto, come spiegato dallo stesso, ad affollare i cimiteri. Ma il nuovo record di casa di ieri, più di 31mila, non permette di vivere alla leggera, di conseguenza, dopo Pasqua e Pasquetta, toccherà saltare anche i Santi. Il luminare del Sacco era uscito allo scoperto anche nella giornata di ieri, e sempre attraverso la propria pagina Twitter aveva comunicato la sua assenza dalla televisione a partire dalla prossima settimana.
MASSIMO GALLI DA’ FORFEIT ALLA TV: “DOVRO’ MANCARE PER 7 GIORNI”
Massimo Galli è infatti spesso e volentieri ospite in collegamento di trasmissioni tv, programmi quotidiani, mattinieri e serali, talk show politici, vista la sua autorevolezza, ma per i sette giorni che verranno lo stesso latiterà: “Dovrò declinare gli inviti a partecipare a trasmissioni televisive per almeno una settimana – cinguetta Massimo Galli sulla propria pagina – da lunedì 2 novembre in poi. Il motivo? La situazione non mi lascia più margini di tempo e ho una quantità di cose urgenti di cui dovermi occupare”. Negli scorsi giorni, precisamente giovedì, era stato ospite del programma di Rai 3, Agorà, e in quell’occasione aveva aggiornato la situazione dell’ospedale Sacco: “Ci sono 19 pazienti intubati, 47 persone in Cpap su 300 ricoverati ed eravamo già arrivati ad aver riempito tutto quello che avevamo ulteriormente aperto. L’ospedale a oggi ha attivato oltre 300 letti per il ricovero Covid. Abbiamo già riconvertito di tutto e di più. L’ortopedia non è più un’ortopedia, ma è un reparto Covid per capirci”.