Il professor Massimo Galli, primario infettivologo dell’ospedale Sacco-università degli Studi di Milano, è convinto che l’Italia rischi di tornare al mese di marzo se non si dovessero prendere seri provvedimenti. Parlando stamane ai microfoni del programma di Rai Tre, Agorà, ha spiegato: “Siamo in pericolosa ascesa, è sufficiente un’aritmetica elementare per capirlo. Il trend è in chiara ascesa e questo implica la necessità di interventi decisi. E’ un andamento che non può che essere considerato preoccupante”. Massimo Galli non usa troppi giri di parole: “Stiamo andando a rischiare una situazione comparabile per alcuni aspetti a quella di marzo. Vogliamo questo? Vogliamo vanificare i sacrifici fatti durante il lockdown per andare a ondeggiare in un locale che andrebbe chiuso? Soffro all’idea di criminalizzare i giovani e di considerarli responsabili di quello che succede, ma questo non è un atteggiamento responsabile”.
MASSIMO GALLI: “L’ESTATE È STATA TROPPO FRIZZANTE”
Secondo Massimo Galli l’estate da poco passata sarebbe stata “troppo frizzante per molti aspetti, troppo fuori norma”, mentre, in merito all’impatto delle scuole sui nuovi casi “ancora non si può dire”. Quindi di nuovo sulle vacanze: “Quest’estate ha rimescolato le carte e si è visto quando abbiamo riaperto. Gli spostamenti interni e i comportamenti durante il periodo estivo hanno messo il seme di un’ulteriore diffusione. Non si può pretendere che se si riprenda non si paghi dazio con infezioni sul luogo di lavoro e nel contesto scolastico”. Massimo Galli lamenta anche una comunicazione sicuramente fuorviante: “Se si aprono le discoteche e si indicono le elezioni come se niente fosse, è un segnale opposto a ‘non è finita’”. Il primario del Sacco cita quindi i casi di Francia e Spagna, sottolineando come nuove misure “siano inevitabili e spero che non siano tardive”. L’infettivologo è convinto che il nostro paese si trovi sul crinale, ma “che ci potrebbe portare ad una situazione di assoluta gravità. Non possiamo chiudere le scuole e non vogliamo chiudere le scuole. Non possiamo chiudere le attività economiche. Convivere con il virus vuol dire questo”.