Massimo Galli confida che una grande seconda ondata in Italia possa non verificarsi, ma è necessario contenere i nuovi focolai. Il primario di Malattie infettive all’ospedale Sacco di Milano ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni del Corriere della Sera e si è soffermato anche sulle differenze tra lo Stivale e Paesi come Francia e Spagna che contano oltre 10 mila nuovi casi positivi al giorno: «La mia personale impressione è che il lockdown per come lo abbiamo vissuto e sofferto, più rigoroso che altrove, abbia limitato la circolazione del virus in alcune parti d’ Italia. Parecchie regioni non hanno avuto nuovi casi per un determinato lasso di tempo. Quell’intervento radicale ci ha dato una sorta di onda lunga di protezione, ma l’ equilibrio è fragile».
MASSIMO GALLI: “VIRUS NON É CAMBIATO SIGNIFICATIVAMENTE”
Massimo Galli ha spiegato che la ripresa dei contagi in Italia è legata alla condotta estiva non prudente registrata in molte parti del Paese e il rialzo dell’età media dei contagiati suggerisce che l’infezione si sia diffusa nel contesto familiare. Fortunatamente i numeri sono sostenibili, anche se è stato rilevato anche un rialzo di ricoverati: Insieme ai contagi salgono anche i ricoveri: «Il numero dei posti letto occupati in generale e di quelli in terapia intensiva è come la punta di un iceberg. Una piccola minoranza degli infetti ha bisogno del ricovero. Ma se i contagi crescono di molto, anche questa percentuale sale». Il professor Galli ha poi messo in risalto che il virus non è cambiato significativamente: «La prima ondata è stata generata da un unico ceppo virale, con capacità infettante e diffusiva maggiore. Il punto è l’ ospite. Se è anziano e con patologie, può andare incontro a gravi conseguenze. Alcuni studi, come quello condotto su Castiglione d’ Adda, ci dicono inoltre che giovani e bambini si infettano meno degli anziani. Un’informazione importante per una ripresa delle lezioni meno ansiogena. Ma se il bambino si contagia può diffondere il virus in famiglia».