Il professor Massimo Galli è stato ospite nella serata di ieri del programma di Rete 4, Controcorrente, noto talk show politico pre serale della domenica, condotto da Veronica Gentili. “Ho sott’occhio in questo momento l’ultimo bollettino emanata dall’Iss – le prime parole del primario di malattie infettive del Sacco di Milano – e il bollettino ci dice che stiamo meglio di gran parte di altre nazioni europee, Scandinavia, parte della Francia, quasi tutta l’Europa centrale, Germania compresa, e questo ci fa capire che quanto fatto fin’ora ha funzionato rispetto a quanto fatto da altre parti. Ci sono però cose da ricordare, come il fatto che il virus sta circolando parecchio e anche e soprattutto nelle fasce più giovani, e in particolare nei bambini fra 6 e 11 anni. La seconda considerazione è che il vaccino ci protegge nella grande maggioranza dei casi da ospedale, rianimazione e cimitero, mentre ci protegge meno per quanto riguarda l’infezione”.



Sulla terza dose Massimo Galli ha spiegato: “Se fossi un cittadino italiano responsabile e che vuol proteggere se stesso e la popolazione, cercherei di farmi in tempi brevi la terza dose. Il vaccino non suscita in tutte le persone la stessa reazione, in alcuni può suscitare reazioni avverse, ma nel rapporto rischio fra vaccino e malattia non c’è gara. Il vaccino in una persona con una serie di problematiche fisiche e con altre patologie, magari anziano, può non funzionare proprio, e questo è il nostro problema. Anziani, persone che hanno altre malattie, e fragili, devono fare subito la terza dose, prima lo fanno e meglio è. Poi non è detto che risolviamo il problema ma un passo in avanti si fa, poi a seguire tutti gli altri”. Massimo Galli ha parlato anche dei tamponi anti covid: “Io sono da sempre sostenitore dei test sierologici, ma mai vorrei che uno che si fa il sierologico ostacoli il discorso della terza dose, salvo poche e molto ragionate eccezioni. E’ un dato di fatto che non si frena la pandemia con i tamponi antigenici. Sono stati strabenedetti per una serie di situazioni, ci hanno permesso di individuare molti infetti, ma hanno una sensibilità molto inferiore al molecolare. Il tampone antigenico non ti riconosce l’infezione nascente, che in poche ore può diventare un’infezione altamente diffusiva. Il tampone antigenico mi serve relativamente per frenare l’epidemia, che la freni soltanto, tra l’altro in maniera imperfetta, con il vaccino: è l’unico strumento che frena l’infezione, che deve essere frenata o se no non ce se ne libera più. Si rischia di tornare ad un Natale ristretto che nessuno si augura”.



MASSIMO GALLI: “GREEN PASS? MOLTI POLITICI ERANO CONTRO, ORA…”

Sul green pass Massimo Galli aggiunge: “Molta della politica che diceva che il green pass era solo una cosa italiana, adesso è scavalcata da governi che non hanno una connotazione progressista, come l’Austria, e che stanno facendo molto peggio di noi, mettendo in casa le persone vaccinate, poi l’obbligo vaccinale è un discorso politico e di applicabilità. Francamente si è visto che nemmeno con una vaccinazione così estesa abbiamo risolto il problema: dobbiamo vaccinare di più e avere maggiori garanzie per fare un passo in avanti e non ci si ritrovi a dover riaprire i letti in ospedali, limitando l’assistenza a tutto il resto”.



Sui sanitari no vax e sull’Alto Adige, Massimo Galli ha spiegato: “Sanitari no vax ne conosco poco. Due osservazioni sull’Alto Adige: le linee stanno cambiando drasticamente da quando è cambiatol’atteggiamento dell’Austria. ma l’Alto Adige è sempre stata la maglia nera degli ultimi anni delle vaccinazioni antinfluenzali, non hanno fiducia nei vaccini in vaste aree. Questo è un fatto culturale che va risolto e contrastato, anche con qualche campagna di comunicazione. E’ totalmente inaccettabile che un sanitario che non ha alcun motivo per non vaccinarsi e che ne ha mille per farlo, per rispetto della comunità e soprattutto dei suoi pazienti non si vaccini, quindi è necessario obbligo, non sei obbligato a far quel mestiere, puoi farne un altro”. Infine conclude con un monito: “Si stanno rivolgendo a me con notevole continuità, persone anche infettate alla prima ora, che essendo piene di anticorpi ed avendo un long covid, vengono coercite per la vaccinazione e sospese. Vi ricordo che nei primi nove mesi il tasso di reinfezione è del 3%”.