Terza dose a tutti o no? È questa la domanda alla quale infettivologi, virologi ed esperti del settore medico provano a dare una risposta da settimane, proprio quando la campagna vaccinale sull’ennesimo richiamo per i fragili e le persone a rischio è ormai iniziata. Ci sono dubbi, perplessità e interrogativi a vario titolo che fanno pensare sulla necessità o meno dell’estensione di un’altra dose a tutta la popolazione, eppure i dati sembrerebbero andare verso una direzione che avrebbe già deciso sul da farsi prima di altri dibattiti.
È questo quanto emerge secondo il primario di Malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano Massimo Galli, che pur restando prudente sulla necessità del booster per tutti ospite del programma “L’aria che tira” su La7 ha sottolineato: “La decisione della terza dose di vaccino anti Covid a tutti è un po’ una decisione ‘tutti così e va bene così’. Tutta una serie di dati a livello internazionale andrebbero in quella direzione. In realtà credo che sia ancora importante distinguere per quanto riguarda alcuni contesti specifici”.
Massimo Galli: “Terza dose e distinzioni tra pazienti”
Secondo Massimo Galli, virologo e primario di Malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, ci sono delle distinzioni da fare tra chi ha necessità di una terza dose e chi, invece, può ancora aspettare: “Che sia opportuna per le persone più fragili e per le persone con problemi, con un sistema immunitario meno efficiente, è un dato di fatto anche se anche se lì c’è una variabilità individuale molto marcata nella risposta. Noi siamo di fronte a vaccini che, ormai è noto – ricorda l’infettivologo – sono in grado, e mantengono nel tempo piuttosto a lungo la capacità di farlo, di non portarti in ospedale, in rianimazione o peggio. Ma non sono in grado di evitarti l’infezione“.
“Questa incapacità è quella che si viene a evidenziare più rapidamente, anche se non si tratta di una cosa rapida, ma che richiede comunque, nella maggioranza dei casi, mesi per verificarsi. Quello che si vede è un aumento delle infezioni” ha spiegato. Galli ha poi sottolineato: “I sanitari sono stati vaccinati per primi. Io ho avuto la prima dose il 27 dicembre ed essendo stato vaccinato tra i primi probabilmente sarò anche tra i primi ad avere una riduzione della capacità di difesa per quanto riguarda l’infezione. Spero proprio non altrettanto rapidamente della mia capacità invece di evitarmi l’infezione grave”.