«Grossi spostamenti di persone portano a un aggravamento del rischio anche con la mascherina. Non è una buona cosa neanche lo spostamento che porta a luoghi di attrazione. Le immagini che abbiamo visto non sono rassicuranti»: non usa mezzi termini Massimo Galli ai microfoni di Oggi è un altro giorno. L’infettivologo si è soffermato sulla possibile terza ondata e non si è detto speranzoso. «Una settimana fa ho cercato di dire che la terza ondata non l’aveva ordinata il dottore e con certi comportamenti si poteva evitare. Vedendo le immagini di questi giorni credo sia inevitabile rimetter mano a questa storia, altrimenti si rischia di una ulteriore ripresa del problema nel momento in cui ci si era illusi di riaprire le scuole. È devastante, anche per l’economia, riaprire e chiudere. Fino all’arrivo del vaccino, bisognerebbe evitare di fare il gregge in un altro modo. Mi rendo conto che è una posizione impopolare, ma o ci sono regole ferree fatte rispettare con controlli ferrei o alla prima parvenza di possibilità di movimento i risultati sono quelli che stiamo vedendo».



MASSIMO GALLI: “CHIUSURA A ZONE HA AVUTO EFFICACIA”

Massimo Galli ha poi parlato della chiusura a zone adottata dal Governo nell’ultimo periodo per contrastare l’emergenza coronavirus: «La chiusura a zone qualche dato l’ha prodotto, una flessione nei ricoveri e nella registrazione di casi l’abbiamo vista. Questo è stato un prodotto degli interventi non drastici come il lockdown di marzo. Le chiusure sono un’accettazione di un fallimento, ma è l’intervento più semplice ed efficace. Non siamo riusciti ad avere altri approcci, come non ci è riuscito il resto del mondo. La Svezia ha puntato sull’immunità di gregge ed è stato un fallimento totale». Desta grande preoccupazione l’elevato tasso di mortalità registrato in Italia, soprattutto in relazione con i dati della Germania, ma il direttore di Malattie Infettive all’Ospedale Sacco Milano ha tenuto a rimarcare: «Noi abbiamo più casi che non sono mai stati registrati. Se si fa il calcolo della mortalità sui casi diagnosticati ha esattamente il valore della Germania. Ma la Germania fin dall’inizio ha fatto tantissimi test, noi no». Infine, Massimo Galli ha replicato con un «no comment» alla domanda sul caso Maria Rita Gismondo.

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