Massimo Galli, ex primario di Malattie infettive dell’ospedale “Sacco” di Milano, è intervenuto nella serata di giovedì 13 gennaio 2022 ai microfoni di “Iceberg Lombardia”, trasmissione condotta da Marco Oliva. In primis, l’esperto ha parlato della variante Omicron, asserendo: “Che questa variante sia proprio una passeggiata non è una costante. Più passerà il tempo, più avremo le rianimazioni piene di malati Omicron. Tra la tanta gente che si infetta, fosse anche meno pesante Omicron nel dare malattia, comunque una fetta di persone che se la vedranno brutta è da prevedere, prevalentemente nei non vaccinati o in quei pochi vaccinati che non rispondono al vaccino”.
Nel prosieguo della sua apparizione a “Telelombardia”, Massimo Galli ha ricordato che “chi si è vaccinato non è crepato e non ha intasato gli ospedali. Non dimentichiamo che alcuni interventi chirurgici importanti per tumori sono stati rimandati perché la rianimazione è piena di signori che hanno deciso di non farsi la vaccinazione e sono adesso con un tubo in gola. Chi si è fatto il vaccino disciplinatamente l’ha fatto per se stesso, per la collettività. Questo è uno degli elementi per cui legittimamente molte persone sono indignate, in quanto gli ospedali non riescono a svolgere le attività di cui dovrebbero occuparsi. Quando non hanno altri argomenti, i no vax vanno avanti con la mia malattia o con leggende metropolitane”.
MASSIMO GALLI: “ATTEGGIAMENTO TROPPO LIBERALE VERSO LE QUARANTENE”
Massimo Galli è stato ospite anche di Serena Bortone su Rai Uno, nell’ambito del programma “Oggi è un altro giorno” (puntata del 14 gennaio). Il professore ha dichiarato che quella del suo contagio “è una storia che ho quasi completamente alle spalle, sto aspettando che la variante abbia la grazia di andarsene, il peggio è passato. L’ho beccata nonostante le tre dosi, ho avuto più di un discreto malessere”.
Sulle misure introdotte dal governo e sul dibattito in corso, soprattutto sulla quarantena, Galli ha affermato: “Io ritengo che ci siano dei limiti, c’è un atteggiamento troppo liberale nei confronti delle quarantene. Serve una via di mezzo per continuare a gestire le cose e per limitare la possibilità di un’ulteriore diffusione del virus”.