Il professor Massimo Galli, stimato direttore del Reparto Malattie infettive dell’Ospedale Sacco di Milano, è intervento ieri sera durante il programma Accordi&Disaccordi, talk show politico in onda su Nove e Discovery+, condotto dai giornalisti Luca Sommi e Andrea Scanzi. Galli ha commentato i casi di covid da variante Delta delle ultime ore, con un’impennata di contagi in Grande Bretagna che ha superato quota 26mila, nuovo record dallo scorso mese di gennaio: “La variante Delta? La vaccinazione funziona per evitare che le persone finiscano in ospedale – specifica il professore del Sacco – in rianimazione o peggio”.
Oltre Manica stanno quindi aumentando i casi da covid, e ciò desta preoccupazione, ma la buona notizia è che sia le ospedalizzazioni quanto i decessi, stanno rimanendo in delle cifre contenute, il che significa che la Variante Delta è più contagiosa ma non più aggressiva e letale dell’Alfa, quella inglese. Inoltre, la stessa variante del ceppo originario deve fare i conti con la vaccinazione di massa della Gran Bretagna, che sta comunque proteggendo la popolazione dall’infezione: “Purtroppo non tutte le vaccinazioni – ha aggiunto Galli – perché chi non fosse vaccinato o chi non avesse risposto può trovarsi nella condizione di avere anche una malattia grave”
MASSIMO GALLI: “UCCIDE MENO GRAZIE AL VACCINO”
“E questo – ha proseguito Massimo Galli in collegamento con Accordi&Disaccordi – da una parte spiega il fatto che le infezioni siano ormai di nuovo molte, perché questa variante ha una capacità di diffusione molto marcata, quindi è più abile delle altre ad andare in giro per la gente e, d’altro canto però, pur infettando molto uccide meno nel senso che gran parte di quelli che risultano infettati praticamente sono già vaccinati e hanno già delle difese. E poi altri sono giovani che non sono ancora vaccinati e nei quali la malattia ha un’evoluzione di regola più benigna che negli anziani”. Insomma, una situazione che deve essere attenzionata ma che nel contempo non deve destare una preoccupazione eccessiva. Forse si riesce realmente a vedere la luce in fondo al tunnel dopo 16 mesi di buio.