Massimo Galli non usa mezzi termini: «In troppo in Italia non hanno capito». Intervenuto ai microfoni di Repubblica, l’infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano ha fatto il punto sull’emergenza sanitaria in Italia, considerando le mosse degli altri Paesi vicini, al lavoro per blindarsi, mentre in Italia fino a qualche giorno fa si parlava di ammorbidire le misure e ora di inasprirle: «Mi sembra il solito tira e molla della politica, dovuto alla la presenza di anime diverse dentro al governo e nella stessa opposizione». Una frecciatina all’esecutivo guidato dal premier Giuseppe Conte, ma non è finita qui.



Massimo Galli a Repubblica ha rimarcato che l’idea migliore è quella di optare per misure più restrittive, citando un esempio: «Ho appena incontrato un conoscente che stimo, e che mi ha detto: “Sono stato in centro, c’era una quantità di gente incredibile, è possibile che non capiscano?”. “Ma tu dov’eri?”, gli ho domandato: “Forse sei tu a non aver capito”. È rimasto senza parole. Qualche volta anche chi è ben intenzionato finisce per non cogliere il messaggio di fondo, e cioè che bisogna limitare al massimo le situazioni pericolose».

«L’impressione è che, appena si dà un minimo segnale di rilassamento delle misure, la gente si prenda il braccio e non solo il dito», il monito di Massimo Galli, che ha nuovamente acceso i riflettori sui possibili rischi: l’Italia infatti potrebbe dover fare i conti con una ripresa gagliarda della seconda ondata, che andrebbe così a vanificare tutti i sacrifici fatti. Senza dimenticare che il ping pong tra aperture e chiusure finisce per danneggiare l’economia: «Se si va avanti così, ci porteremo dietro il coronavirus per chissà quanto. Almeno fino all’immunità di gregge che, se andrà tutto bene, arriverà tra un anno».

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