Il direttore del quotidiano La Stampa, Massimo Giannini, è convinto che l’Italia non stia affrontando nel migliore dei modi questa seconda pandemia di coronavirus. Lo ha spiegato in un editoriale che lo stesso ha pubblicato sull’edizione di oggi del giornale torinese: “Scusate se riparlo di me – attacca Massimo Giannini – l’ho scritto da sano e lo ripeto da malato: le cose non stanno andando come avrebbero dovuto. Ripetiamo gli errori già fatti”. Il collega giornalista ha ricordato come oggi “festeggia” quattordici giorni a letto, “insieme all’ospite ingrato che mi abita dentro”, di cui gli ultimi cinque giorni “In terapia intensiva, collegato ai tubicini dell’ossigeno, ai sensori dei parametri vitali, al saturimetro, con un accesso arterioso al braccio sinistro e un accesso venoso a quello destro”. Il direttore de La Stampa descrive il coronavirus come “infido” e “silente”, senza fermarsi mai: “si insinua negli interstizi polmonari, e ha un solo scopo, riprodursi, riprodursi, riprodursi”.
MASSIMO GIANNINI: “MANCANO 1.600 VENTILATORI POLMONARI…”
Ed ecco “l’attacco” all’esecutivo, “Ripetiamo gli errori già fatti – scrive Massimo Giannini – domenica, dopo il mio editoriale in cui lo ribadivo, mi ha chiamato il ministro Speranza per dirmi che è vero, ‘però guarda i numeri dei contagi negli altri Paesi’”. Quindi il giornalista ha svelato come anche il governatore De Luca lo abbia chiamato per “protestare e dire che quelle sui disastri dei pronto soccorsi in Campania sono tutte ‘fake news’. E poi mi hanno chiamato da altre regioni per il caos tamponi, e dai medici di famiglia per dire che loro sono vittime, e poi dai Trasporti per obiettare che sugli affollamenti loro non c’entrano”. Massimo Giannini è convinto che negli scorsi mesi andava fatto di più: “Dopo il disastro di marzo-aprile dovevamo fare 3.443 nuovi posti letto di terapia intensiva e 4.200 di sub-intensiva, ma ne abbiamo fatti solo 1.300: di chi è la colpa? Mancano all’appello 1.600 ventilatori polmonari, dice il ministro Boccia: di chi è la colpa? Dovevamo assumere 81 mila tra medici infermieri e operatori sanitari, ma al 9 ottobre ne risultano 33.857, tutti contratti a termine: di chi è la colpa?”. Quindi il direttore de La Stampa conclude il suo intervento di oggi spiegando: “Non recrimino, non piango. Vorrei solo un po’ di serietà”.