Massimo Giletti, conduttore televisivo e giornalista, ha rilasciato un’intervista ai microfoni del “Corriere della Sera”, che ha aperto parlando della madre Giuliana e sottolineando come il suo rito, prima di ogni puntata, fosse farle una telefonata. Adesso quest’operazione si rivela impossibile: “Mia mamma da un anno è entrata in un limbo di bambina. Ma quando vado a trovarla mi riconosce e sorride, e a me basta vedere i suoi occhi che si illuminano – ha raccontato il presentatore –. A un certo punto mi ha chiesto di non presentarle più le mie fidanzate, perché si affezionava”.



Tra quelle a cui era maggiormente affezionata c’era Antonella Clerici: “Si chiamavano, si scrivevano. Ma è stata profondamente legata a Maria Paola, la figlia di un industriale: ho trovato un carteggio che durava da 4-5 anni”, ha ammesso Massimo Giletti. Quest’ultimo ha anche reso noto di essere rimasto in contatto con tutte le sue ex (“La soddisfazione più grande è quando mi dicono che forse ero meglio del marito attuale”) e, a proposito di Alessandra Moretti, ha asserito: “È ancora innamorata di me, forse in parte anche io. So che non ci perderemo mai. Per lei provo un sentimento di affetto che mi lega molto. È una donna che nella vita ha lottato, ha cresciuto i figli praticamente da sola. Non ho mai avuto una famiglia da Mulino Bianco: quando vedevo i suoi genitori che si amavano ero toccato”.



MASSIMO GILETTI: “FAREI IL PRESIDENTE DI REGIONE”

Anni fa, ha evidenziato il “Corriere della Sera”, un sondaggio riportò che una donna su tre avrebbe pagato 5mila euro pur di passare una notte con Massimo Giletti, il quale ha sorriso: “A me non hanno mai offerto nulla. Quel sondaggio è putiniano”. A proposito di Vladimir Putin e della Russia, il conduttore ha detto: “A 18 anni feci la pipì sul confine russo. Ero in Finlandia con tre amici. D’estate rubavo a mio padre un furgone aziendale in cui mettevamo frigo, stereo e, sopra, le brandine. Quell’estate andammo pure a Helsinki, per i Mondiali di Atletica, e da lì proseguimmo verso l’Unione Sovietica. Un cartello in russo, inglese e finlandese diceva: 2 anni di carcere a chi parla, 5 a chi fotografa, 10 a chi oltrepassa il filo spinato. Mi ero spinto al limite, dalla torretta i soldati spararono. Filammo via e, per dispetto, facemmo la pipì sul confine”.



Infine, Massimo Giletti ha detto di sentirsi un uomo libero, di essere convinto del fatto che l’Europa non debba dipendere troppo dagli Stati Uniti d’America, di non accettare un ministero della verità assoluta e di pensare all’incarico politico di presidente della Regione, perché “in quel ruolo hai la capacità di incidere”.