Massimo Giletti non si sbilancia. E’ tipico del conduttore fare luce e chiarezza, a parte però quando si tratta della sua carriera. Oggi pomeriggio sarà a Tv Talk, per parlare – tra le altre cose – anche dei suoi progetti lavorativi. “Cosa farò la prossima stagione in tv? Sarò sempre vicino a chi ha bisogno”, spiega, ospite di Omnibus su La7. Insomma: il suo futuro televisivo è ancora incerto. Di sicuro, comunque, Giletti starà sempre dalla parte dei più deboli. Ma il fatto che non dica apertamente che resterà su La7 è già un grande indizio. Per quale motivo non confermare la sua presenza a Non è l’Arena? Anche per questo, secondo alcuni, sarebbe imminente il suo trasferimento su Rai 1. D’altra parte, a viale Mazzini tira già aria di novità: Fabio Fazio potrebbe spostarsi su Rai 2, lasciando libero proprio lo spazio della domenica sera. A chi gli chiede se lo rimpiazzerà, Giletti risponde così: “Capisco la domanda e capisco anche un parallelismo evidente, essendo io uomo della domenica. Ma il mio riferimento oggi è Cairo: ci incontreremo proprio questa settimana e parleremo del futuro”.
Massimo Giletti su Fabio Fazio: “Una risorsa importante”
L’intervista a Circo Massimo, su Radio Capital, è stata rilasciata qualche giorno prima rispetto alle dichiarazioni a Omnibus. Magari, da allora, quell’incontro è già avvenuto. Ed ecco spiegato il perché di tanta titubanza: Massimo Giletti potrebbe aver già deciso. Ricordiamo che non manca molto all’annuncio dei palinsesti, che – nel caso della Rai – avverrà a fine mese. Del collega Fazio, Giletti dice che “è una risorsa importante, da un punto di vista professionale non ho mai avuto nulla da dire. Avrei da dire su tante altre cose che chi vive dietro le quinte sa… ma non amo entrare in questi dettagli. E finché sono con Cairo, parlo con Cairo”.
Massimo Giletti tra Rai e La7
Massimo Giletti ha appena pubblicato Le dannate (Mondadori), la storia di tre donne napoletane che non si arrendono alla mafia. Ma il suo target resta la tv: anche lì, a suo dire, ci sono delle ingiustizie. Non è giusto che i leader politici abbiano sempre e comunque voce in capitolo: “Trovo che se si parla di cambiamento ognuno dovrebbe fare il suo lavoro nel proprio ambito, però è chiaro che la Rai dipende dal Parlamento… e c’è ancora una commissione di vigilanza, che a me sembra una roba da Minculpop. Da questo punto di vista questo Paese non cambierà mai. Ma è importante che la Rai rimanga pubblica”. Poi azzarda un paragone: “Il mio maestro Giovanni Minoli diceva che è meglio avere tanti padroni che averne uno solo. Ma io la libertà che ho con Cairo non l’ho mai avuta da nessuna parte, non solo editoriale ma proprio operativa. Se mi mancherebbe questa libertà se dovessi andare via? Magari alla fine vi stupirete di certe decisioni, in un sistema ci sono tanti competitor…”.