Massimo Giletti è ufficialmente tornato dal suo primo amore, la Rai. Con “Speciale Ustica: una breccia nel muro” dedicata alla strage del volo IH870, il conduttore ha ottenuto l’8.1% di share: un ottimo risultato che ha sorpreso anche lo stesso giornalista, che ha rilasciato un’intervista a Il Messaggero. “Quando inizi un viaggio, anche se è un viaggio di ritorno, non sai mai cosa trovi. Si parlava di Paolo Corsini come di una specie di “uomo nero” ma io ho avuto assoluta libertà. Nessuna censura. E Ustica ha implicazioni politiche non da poco, anche oggi”.



Dopo l’addio inaspettato e ingiustificato a La7, che lo ha mandato via disponendo chiusura del suo programma ‘Non è l’Arena’, Giletti ancora non si dà una spiegazione: “Un giorno ci troveremo con Urbano Cairo l’uno di fronte all’altro e mi dirà la verità. Me lo deve, umanamente. Un’idea su quel che è successo io ce l’ho ma non condividerei mai vicende così personali”. A breve il conduttore potrebbe tornare in pianta stabile sulla Rai, con una prima serata il lunedì. “Farò quello che mi ha insegnato Minoli: gruppo e prodotto” spiega il giornalista.



Massimo Giletti: “Urbano Cairo? Lo perdono”

Massimo Giletti non ha bisogno di chiedere garanzie, come spiega al Messaggero: “Io sono la mia garanzia. Chi mi prende sa chi sono. Rispondo solo alla mia coscienza e a quella del mio direttore: a 62 anni non cambio”. Insieme a lui, ormai da anni, vive la sua scorta, che gli è stata assegnata dopo le minacce ricevute dopo una serie di inchieste che hanno dato “fastidio al sistema”: secondo il giornalista “lo Stato dovrebbe farsi qualche domanda”. “Vivo con la paura, ma la paura non ti deve impedire di andare avanti”, racconta.



Nonostante una vita lavorativa ricca di impegni e progetti, Massimo Giletti coltiva anche il suo lato spirituale da sempre: “Vado a Lourdes ma riguarda la mia vita privata. Avere fede è una ricchezza. Vede, per questo, nonostante il dolore, io Cairo lo perdono. Altrimenti che senso avrebbe essere cristiani?”.