Massimo Giletti, ospite nel salotto di Belve, in onda su Rai 2 con la conduzione di Francesca Fagnani, raccontandosi e parlando di sé si è masso a piangere. In diretta ha prima affrontato lo scottante tema di quando fu cacciato dalla Rai, passando poi anche a parlare del rapporto con i suoi attuali colleghi de La7. Andando avanti, tra una mezza e risposta e tante non date, ha parlato anche del suo rapporto con la sua terra natale, Trivero, in provincia di Biella, tra le montagne piemontesi, e, soprattutto, del rapporto con la sua famiglia. Una famiglia da cui si è separato forse troppo presto, con troppe cose lasciate non dette e che, a rivangarle, fanno piangere Massimo Giletti.



Massimo Giletti piange ricordando la sua famiglia

Massimo Giletti, intervistato da Francesca Fagnani, ha parlato di una sua vecchia dichiarazione secondo cui “quando imbocco le curve che mi riportano nel biellese, in quelle valli rivedo la mia vita e sto male”. La conduttrice gli ha chiesto se ha nostalgia di quei tempi e di quella terra, di quei ricordi, facendo ammutolire ed immediatamente commuovere il giornalista. “Si”, confessa confermando di avere nostalgia, “non è facile… Mi fa pensare a mio padre, quindi…”, si interrompe, con la voce rotta, “scusa…”



“Ogni volta che torno”, racconta Massimo Giletti, recuperata la calma, “per trovare mia madre, o quello che resta di lei, che purtroppo mi vede e mi sorride solo, penso che non sono riuscito più a parlare con mio padre perché quando successe ero all’estero. Io poi l’ho vestito, nella fase finale, ho fatto tutto io, però mi è mancato il parlarci, lo stare assieme”. Se potesse parlargli di nuovo, racconta, “gli direi che nonostante il nostro rapporto sia stato faticoso e difficile, con il suo modo di essere, anche nei silenzi, mi ha regalato molto. La sua onestà, era lui che mi diceva che non bisogna abdicare alla realtà. Quelle parole mi hanno fatto crescere e sono convinto che sono state importanti e anche se sono cresciuto con mia madre, mio padre anche da lontano mi ha accompagnato. Quella strada”, conclude Massimo Giletti, “salire quelle curva, mi riavvolge il nastro di una vita che nel rapporto con mio padre forse avrebbe dovuto essere diversa, ma lui non l’ha mai saputo ed era importante”.

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