Duro scontro tra Massimo Giletti e Peter Gomez sul caso delle mascherine coreane, che il senatore Massimo Mallegni aveva cercato nella prima ondata della pandemia Covid trovandone ad un prezzo favorevole. Così pure aveva fatto Pier Luigi Stefani, che ebbe la proposta di 100 milioni di mascherine a 70 centesimi. In entrambi i casi nulla di fatto. «Cento milioni di mascherine sono andate in America, in Spagna, in Germania», ha dichiarato il conduttore di Non è l’Arena, raccontando di averle usate insieme alla redazione. «Io di questa vicenda ho chiesto ai miei cronisti di occuparsene e ci è stato riferito che il primo problema fu che il Cts non aveva ancora validato le KN94 e che il secondo problema è legato al fatto che la struttura commissariale aveva deciso di non aderire a proposte con l’anticipo del 10% visto quello che era accaduto in Lombardia e in Lazio», la replica del direttore del Fatto Quotidiano.it. Ma Giletti non ci sta: «Stiamo parlando della Kirin, una grandissima azienda, non un negozio che si spaccia per altro».

MASSIMO GILETTI URLA A COLLABORATORI “CALMI!”

Massimo Giletti smentisce poi Peter Gomez sulla questione degli anticipi. «Ma il Cura Italia lo prevedeva, in ogni caso comunque bastava una telefonata. Ognuno ha le sue posizioni, ma io ti ribadisco che ne sono state vendute milioni all’estero. Io le ho usate. Chi le ha fatte entrare in Italia?». Peter Gomez allora ha spiegato che il Comitato tecnico scientifico (Cts) all’epoca aveva spiegato che le uniche mascherine da prendere erano di un altro modello. «E adesso possono arrivare, ora arrivano, lo sai? Allora non arrivavano. Perché prima no e ora sì? Posso chiederlo? Se non va bene, non va bene mai», la reazione stizzita del conduttore di Non è l’Arena. «Io le ho usate, sono arrivate tramite la Germania. L’Italia ha bisogno di risposte serie dalla struttura commissariale. Qualcuno mi deve spiegare perché non sono state prese in Italia? Sono arrivate tramite la Germania quando potevamo averne 100 milioni a 70 centesimi. Anziché querelare bisogna rispondere alle domande. La querela e non rispondere alle domande sono i motivi per cui questo Paese è finito in questo modo». Poi se l’è presa con i collaboratori dietro le quinte: «State calmi dietro le camere, vado avanti un minuto, ok? State tutti tranquilli».