Massimo Lopez, versatile e poliedrico volto dello spettacolo italiano, si è raccontato in un’intervista pubblicata sull’edizione di ieri, mercoledì 9 settembre, de “Il Corriere della Sera”, propedeutica a parlare del suo nuovo libro, “Stai attento alle nuvole. Un viaggio di vita e famiglia” (Solferino edizioni). Inevitabile, per l’artista, un tuffo nel passato e un riferimento allo storico trio, completato da Anna Marchesini e Tullio Solenghi. “Quando fummo convocati la prima volta dall’allora direttore Rai Emanuele Milano, avevamo una tensione pazzesca, ma usammo uno stratagemma che si rivelò disastroso. Anna ebbe l’idea di nascondere in borsa un registratore, per immortalare le promesse di Milano: se non le avesse mantenute, gliele avremmo fatte risentire. Nei giorni precedenti facciamo le prove, per vedere come veniva la registrazione. Durante l’incontro, Anna infila la mano nella borsa per accendere l’apparecchio, ma sbaglia tasto e si sente la mia voce che imita proprio il direttore!”. Tra di loro non c’è mai stato un litigio e, se capitava, “ci veniva da ridere. Anna era il nostro collante e il mio romanzo è dedicato anche a lei”.



MASSIMO LOPEZ: “MIA MAMMA PREDISSE IL MIO DUETTO CON MINA”

Successivamente, per Massimo Lopez è stato il momento di ricordare sua mamma: “Da lei ho ereditato la vena artistica. Non faceva l’attrice, ma cantava molto bene e arrivò a prevedere il mio incontro canoro con una grande artista. Una volta mi disse: ‘Tu hai una bella voce, dovresti fare un duetto con Mina‘. E si è avverato! Era il 1994, Mina si era già ritirata e, mentre stava preparando il suo nuovo album ‘Canarino mannaro’, mi telefona chiedendomi se ero disposto a fare un brano con lei. Mi sciolgo dall’emozione, vado a Lugano e registriamo ‘Noi'”. Sin da bambino, peraltro, Lopez si sentiva molto vicino al mondo dello spettacolo: “Quando abitavamo a Roma, andavo a giocare in un campo di calcio su cui si affacciava la casa di Walter Chiari, per me un mito. Un giorno lo becco sul portone, gli attacco un bottone che non finiva più. Lui mi prende in simpatia e mi invita a pranzo. Da quel giorno, andai a trovarlo spesso. Dalla parte opposta, abitava Corrado Mantoni e conobbi anche lui. Walter e Corrado furono le molle per intraprendere la mia strada”.

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