Massimo Popolizio stringe accordo con la vittima: risarcimento economico
Si è finalmente concluso il processo che vede indagato Massimo Popolizio, attore e doppiatore televisivo, per aver dato un pugno in faccia a un uomo che non indossava correttamente la mascherina (secondo quanto dichiarato dallo stesso attore). Il tutto si è concluso con un accordo tra le parti che vincola l’attore a un risarcimento economico alla vittima.
Nel gennaio del 2022, il doppiatore che ha prestato la voce a Voldemort in “Harry Potter”, è stato indagato per lesioni personali ai danni di un uomo. La vittima in questione, passeggiava per le strade di un mercatino dell’usato in via Sebastiano Grandis (Roma) con la mascherina abbassata che non copriva naso e bocca. Popolizio, notando questo particolare, ha avuto un accesa lite con il passante che ha dichiarato si fosse temporaneamente abbassato la protezione sanitaria per soffiarsi il naso. La discussione è sfociata in un pugno in faccia da parte dell’attore che ha procurato all’uomo lesioni al bulbo oculare. Dopo una prognosi medica di 15 giorni, il 53enne ha deciso di sporgere denuncia contro il doppiatore.
Massimo Popolizio e la mancata paternità: “Ho avuto paura”
L’attore e doppiatore italiano non ha voluto commentare il risultato del processo che lo ha visto protagonista suo malgrado dopo la disavventura avvenuta ormai il 23 gennaio 2021: anche in questa estate 2023 Popolizio è protagonista di diverse pièce teatrali che lo vedono impegnato in tutta Italia con spettacoli e letture. Intervistato ormai due anni fa ai microfoni di Oggi è un altro giorno, l’attore aveva parlato a lungo della sua carriera soffermandosi sulla mancata paternità: “Ad oggi mi è rimasto un vuoto” ha ammesso Popolizio, sposato (oggi separato) con l’attrice Gaia Aprea.
In occasione di un’intervista all’Avvenire, Massimo Popolizio ha dichiarato: “Non sono stato padre per paura. Andando a indagare i rapporti di famigliari nel modo più viscerale, talvolta non piacevole, il pensiero corre. Non ho avuto il coraggio di diventare padre e il mio essere figlio non è stato sufficiente a vincere questa paura. Quando mi rendo conto che potrebbe nascere questa paternità artistica sono io a interromperla. Comunque sì, mi è rimasto un vuoto”.