Massimo Ranieri, il maestro indiscusso dell’arte italiana in concerto fino a fine gennaio

Massimo Ranieri raggiunge il traguardo dei 60 anni di carriera; per l’occasione regala ai suoi fan una serie di concerti al Teatro Sistina fino al prossimo 28 gennaio. Al di là del valore temporale, la storia del cantautore coincide con tappe fondamentali della cultura artistica italiana; baluardo di un’arte immensa, mutevole e al passo con i repentini cambi generazionali. Intervistato da Il Messaggero, Massimo Ranieri si è raccontato tra sogni, giovani e nuovi appuntamenti professionali.



“Ho scelto il sottotitolo ‘Non smettere mai di sognare’ per questa nuova serie di concerti. Sono dell’idea che non bisogna mai smettere di sognare; ci aiutano a vivere meglio in questa società malata dove tutto gira male. Non è quella che immaginavamo noi…”. Proprio su quel noi si focalizza la domanda successiva per Massimo Ranieri: “Mi riferisco a noi vecchietti; negli anni ‘60 guardavamo al futuro con speranza e contavamo sul potenziale delle generazioni che sarebbero arrivate dopo…”. A tal proposito, il cantautore si è espresso a proposito della generazione odierna: “Mi pare che i giovani di oggi siano sbandati, senza un’identità; sono aggressivi. Non riescono a sognare cose belle, solo incubi, che poi trasferiscono nella vita quotidiana. Non faccio di tutta l’erba un fascio, sono fiducioso che comincino a sognare anche loro un futuro più bello e meno angosciante del presente che stiamo vivendo”.



Massimo Ranieri, due generazioni a confronto: “Io a 13 anni già lavoravo…”

Proseguendo nell’intervista rilasciata per Il Messaggero, Massimo Ranieri si è dunque raccontato offrendo un ritratto di sé da giovane. “Io a 13 anni già lavoravo; lo racconto nella biografia, cercai una vita nuova negli Stati Uniti. Navigammo per dodici giorni, di cui cinque nell’oceano”. Tornando sul discorso dei sogni, il cantautore ha invece raccontato: “Se ho mai smesso di sognare in questi anni? No, tutt’altro: i sogni mi hanno spesso tirato fuori da momenti di crisi, oppure mi hanno dato nuova linfa… Bisogna sacrificarsi, cadere e rialzarsi; è quello che racconto nello spettacolo”.



Avviandosi verso la conclusione dell’intervista Massimo Ranieri si è poi espresso in merito alla possibilità di tornare a portare la bellezza della sua musica intramontabile negli stadi. “Certo, ma per arrivarci devo allenarmi. Dopo i teatri, l’anno prossimo canterò nei palasport: devo prendere le misure con quegli spazi”.