Massimo Ranieri nel corso della sua splendida carriera è stato anche un bravissimo ballerino, come evidenziato in un filmato con protagonista la grande Eleonora Abbagnato. “Sono andato a lezione perché mi piaceva da morire. Il fatto che i piedi potessero suonare mi faceva impazzire”, ha spiegato all’amica Mara Venier. Giorgetto, il suo maestro di tip tap, gli ha fatto una bellissima sorpresa in studio portandogli un paio di scarpe ideali per ballare. “Questo piccolo grande uomo è molto severo”, ha commentato Ranieri. “Non si finisce mai di imparare”, ha spiegato il maestro.
“E’ bravissimo”, ha commentato Giorgetto, prima di cimentarsi entrambi in una esibizione di tip tap in cui l’artista ha mostrato tutta la sua bravura. Infine spazio al programma su Rai 3 “Qui e adesso”: “Lo spettacolo è piaciuto molto perché è uno spettacolo diverso dai soliti”, ha spiegato l’artista, “c’è la chiacchierata con i miei amici”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
“Anna Magnani mi fece sentire figlio, parte della sua vita”
A 19 anni Massimo Ranieri ha avuto il grande onore di lavorare anche con Anna Magnani: “Che occhi che aveva…”. Il cantante ricorda tutto alla perfezione del loro primo incontro: “Lei era seduta a capotavola, avevo paura, non credevo ai miei occhi […] ci siamo rivisti dopo 3 mesi, era molto severa ma poi ti sorrideva e ti disarmava”. Lei le rivolse la parola solo dopo 15 giorni. “All’ora di pausa, lei era nella sua roulotte, mi invitò da lei e mi fece sentire figlio, parte della sua vita”, ha raccontato. Anna Magnani iniziò a strimpellare e cantare Reginella, canzone che però Ranieri non conosceva. Da quel momento si aprì il mondo della canzone napoletana, grazie alla grande attrice. L’artista ha intonato la canzone facendo commuovere Mara Venier fino alle lacrime. La padrona di casa ha spiegato che quella è stata la canzone che ha dedicato alla madre fino alla mattina in cui è andata via per sempre. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
“Ero innamorato pazzo di Lucia Bosè”
L’arrivo a Sanremo di Massimo Ranieri fu per lui molto emozionante: “Io vedevo queste grandi star che vedevo in tv e non ci credevo!”. Della sua famiglia non c’era nessuno, era accompagnato da un suo discografico. Indimenticabile il successo “Rose rosse”, inizialmente rifiutata da tutti: “Vado a Sette voci per disperazione e mi fanno cantare questa canzone, vengo battuto da Al Bano con ‘Nel sole’. Torno a casa avvilito”, ha raccontato, credendo di dover cambiare definitivamente mestiere. Tra le altre donne a lui care, anche Ottavia Piccolo con la quale ha recitato. Tra le altre donne con cui ha collaborato anche Lucia Bosè: “Ero innamorato di lei, lo confesso. Lei aveva 38 anni, io 18, per me era una dea. Era di una simpatia clamorosa, bellissima e simpaticissima”, ha ammesso. Come ha capito che si stava innamorando? “Perché c’era quella cosa che quando non si recitava insieme lei era sempre molto amorevole e questo mi era sempre mancato da ragazzino, mia mamma non aveva tempo di darci carezze, lei invece mi faceva sciogliere ma non la vedevo coma una mamma”, ha confidato, “Ero innamorato pazzo, ero perso, perché donna di una bellezza sconvolgente e ironica”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
Il ricordo della madre
Spazio quindi alle donne di Massimo Ranieri, a partire dall’amata madre. “Il momento più emozionante della Mamma con ma ‘m’ maiuscola, quando lei mentre parlava aprì la borsa, prese un fazzoletto e mi asciugò il sudore dalla fronte”, ha spiegato commentando un filmato trasmesso a Domenica In. “Mia mamma come tutte le mamme sono grandi donne, grazie. Voi siete la terra: procreate”, ha aggiunto l’artista commosso. “Lei era particolare, era una donna molto forte, una carabiniera, ma io la capisco”, ha spiegato. Massimo ha ricordato i passi Natali in famiglia. Ranieri ha raccontato alcuni ricordi della sua vita passata, i vecchi lavori fatti da piccolo prima che la vita cambiasse radicalmente con l’arrivo del successo. “In quel momento non ci pensi”, ha proseguito, “E’ stata molto dura ma c’era tanto amore”. Parlando del padre: “lo vedevo solo quando dormivo, aprivo la porta per guardarlo altrimenti non lo vedevo mai”. L’arrivo a Sanremo nel 1969 fu con I Giganti. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
“Oggi desidero solo un abbraccio, Covid mascalzone e assassino”
Massimo Ranieri ha esordito oggi a Domenica In con una sua emozionante esibizione musicale prima di raccontarsi al cospetto di Mara Venier. “Io avevo avuto l’intenzione di corteggiarti ma eri fidanzata”, ha rivelato Massimo rispondendo alle battute della padrona di casa. “Tu eri fidanzato con Dudù, vidi arrivare questa bellissima fanciulla, ti avevo notata…”, ha proseguito. Come sta oggi il cantante? “Come stiamo tutti quanti… Oggi potrebbe essere il giorno più grande del ventunesimo secolo”, ha commentato. E parlando del Covid lo ha definito “un mascalzone, un assassino, è subdolo”. Oggi però la sensazione è quella di riuscire a vedere uno spiraglio di luce lontana. “Cosa aspiro in questo momento? Un abbraccio”, ha replicato. Commosso, Ranieri ha spiegato le difficoltà del periodo: “Ci avete tolto il massimo della vita, poi alla nostra età”. Nonostante tutto Massimo ha ammesso di essere molto fortunato sebbene il mondo dello spettacolo sia molto penalizzato. “Sono rimasto chiuso 70 giorni in casa. Sentire questo silenzio assordante che mi devastava…”, ha commentato il cantante. Spazio poi al suo nuovo album contenente le sue canzoni “maltrattate”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
Massimo Ranieri ospite di Domenica In
Massimo Ranieri ospite della nuova puntata di Domenica In di Mara Venier in onda domenica 27 dicembre 2020 su Rai1. L’istrione della musica italiana è tornato protagonista in tv con lo spettacolo “Qui e adesso” trasmesso su Rai3 nonostante la pandemia da Coronavirus che ha bloccato buona parte dei lavoratori del mondo dello spettacolo. L’artista, intervistato da Sky Tg24, parlando proprio dell’emergenza sanitaria da Covid-19 ha precisato: “mi sento fortunato rispetto a certi colleghi e alla filiera dei lavoratori della musica. Noi possiamo viverla serenamente ma penso a tutti quelli che non stanno lavorando e combattono quotidianamente con mutui e tasse. Farei uno spettacolo pianoforte e voce o chitarra e voce anche con venti persone pur di fare lavorare la gente ma non è possibile”. Impossibile non pensare al futuro, a quello che verrà, con Ranieri che ha confessato: “il bel pensiero vola ma non sai se va oltre la finestra o si ferma dentro casa. Io riesco a sognare per questa notte ma a domani ci penso…domani. Viviamo tremendi incubi. Mi manca stringerci la mano, abbracciarci, toccarci sono aspetti fondamentali della quotidianità, in Francia dicono pelle e contropelle. Sono speranzoso come dicono i nostri politici”.
Massimo Ranieri: “alcune canzoni hanno avuto fortuna, ma poi…”
Massimo Ranieri per portare in scena lo show “Qui e adesso” ha recuperato alcune sue canzoni degli anni ’70 portando in scena uno spettacolo molto apprezzato da pubblico e critica. Per questo motivo Ranieri si è messo a riascoltare buona parte del suo repertorio come ha raccontato a Sky Tg24: “alcune canzoni hanno avuto fortuna ma poi capisci comunque che le hai lasciate per strada. Ora sono tornato indietro e mi sono messo a riascoltarle. Anche per rispetto agli autori. Le ho lasciate orfane, ora fortissimamente volli: non so che riscontro avranno ma hanno una loro validità, sono brani che hanno sfidato Canzonissima. Le ho amate, le ho incise perché ci credevo, le ho restituite al mio pubblico con la pennellata artistica di Gino Vannelli.
Ora non mi sento più in colpa”. L’artista ha motivato poi la scelta di non andare in onda nel giorno della scomparsa di Diego Armando Maradona: “non ho voluto andare in onda su Raitre, ci siamo trovati con lo staff e abbiamo deciso di sospendere il programma. Serve rispetto per questo genio del calcio. E pensa che finché non lo vidi entrare al San Paolo per la presentazione credevo fosse uno scherzo”. Infine un sogno diventato realtà: la collaborazione con Charles Aznavour che gli ha regalato un brano inedito: “un sogno che è diventato realtà, lo considero un maestro mi sono sempre ispirato a lui, lo penso quando sono sul palcoscenico. Come quando faccio una regia a teatro penso a Giorgio Strehler. Dire che è stato fantastico è un eufemismo, sono stato al suo spettacolo e poi abbiamo comprato un cappello insieme”.