Massimo Ranieri si è raccontato a cuore aperto a Domenica In di Mara Venier. Dagli esordi alla gavetta fino alla vittoria al Festival di Sanremo nel 1989 con “Perdere l’amore”. Un momento davvero indimenticabile per l’artista napoletano che parlando proprio di Sanremo ha detto: “è l’Oscar per noi cantanti e mi dissi vado a Sanremo solo per far ascoltare al pubblico questa bellissima canzone e invece è successo l’impensabile. E’ stato un momento magico, una tappa che ha segnato la mia vita”. Poi Ranieri, parlando proprio del Festival,  Ragazzo meravigliosa di una grande intelligenza, accortezza, sensibilità. Poi Ranieri, parlando proprio di Sanremo, ha ricordato la sua recente partecipazione come ospite in compagnia di Tiziano Ferro: “è un ragazzo meraviglioso dotato di una grande intelligenza, accortezza e sensibilità”. Infine Ranieri presenta il nuovo singolo “Mia Ragione” su cui rivela: “quando ho ascoltato questa canzone sono rimasto colpito subito dalle parole, ho detto si ‘meraviglioso’ e ho provato la stessa emozione di ‘Perdere l’amore'”. Poi il cantante, in collegamento con il prof Massimo Galli domanda “quando passerà? C’è una speranza che possiamo uscire per strada e abbracciarci?”(aggiornamento di Emanuele Ambrosio)



Massimo Ranieri: “Anna Magnani? Era come una delle Grazie del Canova”

Massimo Ranieri a Domenica In racconta come ha trascorsi questi lunghi mesi di quarantena per via del Coronavirus. “Ho pensato alla vita di tutti quanti noi, della comunità. Ho pensato alla mia famiglia, a mia figlia, mio nipote che purtroppo non ci siamo potuti vedere” ha raccontato il cantante che non nasconde “la cosa che più ci ferisce e ci frusta in questo momento è il pensiero di non potersi toccare, abbracciarsi, bere un caffè insieme. E’ una cosa terribile che ti angoscia, il potersi vedere e abbracciare senza avere guanti e mascherina, cosa che dobbiamo continuare a fare e vi prego facciamolo”. Poi Ranieri rivela un aneddoto legato alla grandissima Anna Magnani: “quella scena girata alle 7 del mattino, io avevo la paura di toccarla con tutto ciò che c’era stato un rapporto meravigliosissimo, mi ha preso nel suo ‘seno’, molto mamma e mi ha subito voluto bene. Avevo paura di toccarla, era come toccare una delle tre Grazie del Canova, lei è intoccabile, Anna Magnani non si può toccare”. (aggiornamento di Emanuele Ambrosio)



Massimo Ranieri: Coronavirus? Nemico terribile che fa riflettere

Massimo Ranieri, l’istrione della musica italiana è il primo ospite della 38esima puntata di Domenica In, il talk show di successo condotto da Mara Venier su Raiuno. “Buon pomeriggio a tutti” – esordisce il cantautore napoletano che prosegue dicendo – “sono qui in casa come tutti quanti voi. Mi sono fatto i miei 70 giorni di quarantena e ho messo il naso fuori casa neanche il 4 maggio che c’era la direttiva per uscire. Ho cominciato a farmi le mie passeggiate sotto il Tevere per prendere una boccata d’aria, ma sto continuando a rispettare le direttive del governo. Sono qui in casa, ma sto bene”. Massimo Ranieri prosegue il racconto della sua quarantena per via dell’emergenza Coronavirus ha detto: “ho fatto la settantena, ma ho anche riflettuto sulla vita: cosa succede, che ci sta succedendo e perchè è successo. E’ un nemico terribile che non conosciamo, non lo puoi combattere e questo ti fa riflettere sulla vita, su quando la vita è così: è un battito di ciglia. Ti mette una grande angoscia”. (aggiornamento di Emanuele Ambrosio)



Massimo Ranieri: a scelta drammatica “Fui letteralmente travolto dal successo ma decisi che…”

Massimo Ranieri non poteva che puntare tutto sull’amore, anche quando si parla di Coronavirus. “Viviamo tempi drammatici, sospesi“, ha detto poco tempo fa a Il Corriere della Sera, “siamo costretti a fermarci davanti a un nemico invisibile e terribile. Fatichiamo a capire. Ma dobbiamo avere fiducia. E seguire le regole. Se no, non lo debelliamo mai questo virus cattivo“. Oggi, sabato 30 maggio 2020, Massimo Ranieri sarà invece uno degli ospiti che vedremo a Gigi, questo sono io, in replica nella prima serata di Rai 1. All’epoca, i due hanno avuto modo di duettare sui brani Apri le braccia, Rose Rosse, Perdere l’amore e Se bruciasse la città. Le hit maggiori di entrambi gli artisti quindi. Anche se in realtà Gigi e Massimo hanno avuto modo di interpretare insieme anche altri brani nel corso degli anni, come ‘O Sarracino, La voce del silenzio, e altro ancora. Dal punto di vista musicale, Ranieri invece sta per lanciare il suo nuovo album. “Frutto di cinque anni di lavoro con Gino Vannelli, autore di tutti gli arrangiamenti”, ha dichiarato, “comprende canzoni che ho molto amato ma interpretato un po’ meno come Quando l’amore diventa poesia, Ti ruberei, Sogno d’amore, Via del Conservatorio e tre inediti: Mia ragione, lanciato a Sanremo, Dalla mia casa di millepiani e un duetto con Vannelli, We are brothers, siamo fratelli, tradotto da Pasquale Panella. L’uscita è ovviamente legata alla fine della pandemia”.

Massimo Ranieri, nessuna esitazione per la ripartenza post Covid-19

Massimo Ranieri non ha avuto alcuna esitazione ad affrontare la ripartenza. Dopo tutto ha già avuto modo in passato di dare un taglio netto alla sua carriera da artista e proprio nel momento di maggior successo. Aveva solo 25 anni e aveva venduto 15 milioni di dischi, ma questo non lo aveva fermato da prendere una decisione drastica. “Si, ero letteralmente travolto dal successo“, ha detto di recente a Il Corriere della Sera, “A 15 anni, nel 1966, partecipai alla mia prima Canzonissima. Si chiamava Scala reale: tra i conduttori c’era Peppino De Filippo che lanciò il personaggio di Pappagone. Arrivai terzo. Primo Morandi, con La fisarmonica. Secondo Claudio Villa. Quarto, Domenico Modugno. Sogno e son desto, pensai, che divenne poi anche il titolo di un live e di un fortunato recital. Vinsi nel 1970 con Vent’anni e nel 1972 con L’erba di casa mia”. Nonostante questo, in Massimo era nato una sorta di pensiero fisso, che lo spingeva a chiedersi se avrebbe mai potuto fare di più. Senza considerare la preoccupazione di dover trovare sempre la canzone giusta. “Era una domanda all’uomo”, specifica, “non al cantante: azzero tutto, cambio registro? Il teatro fu la risposta”. Non era una strada nuova: ai tempi Massimo aveva già fatto Metello e Bubù sotto la guida del regista Mauro Bolognini. Nel ’71 è stato il film L’incontro di Piero Schivazzappa a permettergli di avvicinarsi a Peppino Patroni Griffi. “Scandiva le parole, era affascinante”, confessa, “a un certo punto mi guardò negli occhi: ‘Tu sei nato per fare il teatro’. Aveva intuito la napoletanità che avevo dentro”.