In “Lettera al di là del mare” c’è molto di Massimo Ranieri. C’è, ad esempio, quel ragazzino di 13 anni che partì per l’America. Se ne è accorto quando ha letto per la prima volta il testo scritto da Fabio Ilacqua e da cui è nata la canzone che ha portato al Festival di Sanremo 2022. “Mi sono detto ‘questo sono io’. Ho pensato che parlasse di me”. Lo ha confessato nell’intervista rilasciata a Repubblica: “Anche io, tredicenne, mi sono perso a guardare il mare dal ponte di una gigantesca nave che mi portava in America, guardavo quel mare immenso che si fondeva con il cielo, che mi sembrava infinito e che mi stava conducendo verso una vita nuova, una realtà diversa da quella che avevo vissuto fino ad allora”.



Massimo Ranieri andava in America a cantare come spalla di Sergio Bruno. Ricorda ancora quando i genitori lo salutavano alla banchina: “E io che partivo verso un’altra speranza”. Ma la canzone lo riporta anche all’attualità: “Noi troppo spesso dimentichiamo la nostra storia, ma dimentichiamo anche che per tutti quelli che affrontano il mare oggi, l’America siamo noi, la speranza di un’altra vita è legata all’arrivare sulle nostre coste”.



MASSIMO RANIERI E IL RITORNO A SANREMO

Il testo della canzone di Massimo Ranieri è quindi ricco di significati che si intrecciano tra loro. “Era importante portare una bella canzone, qualcosa in cui mi riconosco e che mi rappresenta. Poi, per la canzone, sarà importante quello che accadrà dopo il Festival, quando inizierà la promozione e ci sarà modo di presentarla meglio”, ha detto l’artista ai microfoni di Repubblica. Nel frattempo si gode l’emozione di partecipare ancora una volta a Sanremo. Un’emozione nuova per lui che ha pubblicato 31 album, venduto decine di milioni di copie e partecipato altre sei volte alla kermesse.



Ma l’ha vissuta in maniera diversa dal passato: “Non ho incontrato quasi nessuno, non c’era il classico clima del retropalco, dove condividi il divertimento e anche la paura”. Anche per lui, strano a dirsi. “Quello che provi prima di salire in scena è un fremito particolare, che non saprei nemmeno descrivere bene”. Tanta è anche l’energia che trasmette, uno degli ingredienti del successo di Massimo Ranieri: “Questa è la mia vita, questo volevo fare e questo faccio. Potrei dire che lo faccio perché sono nato avvolto in un piccolo teatrino, e mi avvolge ancora”.