Massimo Ranieri tra gli ospiti de Il meglio di Domenica In
Massimo Ranieri nel suo libro “Tutti i sogni ancora in volo” non si è risparmiato. Lo ha ricordato ne Il meglio di Domenica In ammettendo di averlo fatto per il suo amato pubblico. Ranieri ha sempre avuto grande riconoscenza verso chi lo ha aiutato: “Me li ricordo tutti”, ha ammesso. “Ho acceso questo motore e non si è mai fermata questa macchina”, ha raccontato Massimo rivedendo i momenti più belli della sua carriera, “avevo bramosia di imparare e migliorarmi e questa cosa non mi ha mai fatto fermare anche quando avrei dovuto”. A 24 anni, nel pieno del suo successo, decise di fermarsi: “Sono stato incosciente ma coraggioso”, ha spiegato, “sono andato dai discografici ed ho detto che non avrei più cantato. Mi sentivo un limone da spremere e pronto per essere buttato via, lo avevo sentito sulla pelle”.
Massimo Ranieri aveva avuto una grande proposta e da quel momento iniziò a fare teatro: “Mi ha cambiato la vita”. L’artista iniziò a lavorare a soli 7 anni. Inevitabile il pensiero alla padre: “Non si può capire la mancanza di questi pilastri. Quando vengono a mancare ti manca la terra sotto i piedi. Nell’ultimo periodo mia mamma la sentivo quattro volte al giorno perché si scordava”.
Massimo Ranieri e la mancanza dei suoi genitori
Massimo Ranieri non ha mai dimenticato da dove viene, a partire dal bambino di 7 anni: “E’ lui che mi tiene con i piedi per terra perché è un bambino che non ha mai vissuto l’infanzia. A 7 anni mi alzavo alle 8 del mattino per andare a lavorare. Quel bambino non ha mai giocato, corso per i pratica con la fidanzatina, mai vissuto l’adolescenza. Io non ho mai smesso di lavorare da allora e quel bambino me lo porto dentro”.
Oggi cosa lo commuove maggiormente? “Mi commuove parlando dei miei genitori questi due pilastri, mi mancano tanto”, ha detto commuovendosi. La madre non voleva che cantasse mentre il padre intuisce il suo grande talento. Con il passare del tempo però la madre iniziò a capire che avrebbe potuto fare il cantante ma con il cambio di voce il padre iniziò a preoccuparsi al punto da portarlo da uno specialista che gli consigliò di non cantare per un anno. “Poi ho iniziato a fare un po’ di vocalizzi con un maestro”, ha svelato.
Il suo approdo a teatro: i grandi incontri
Arriva quindi il momento del grande successo per Massimo Ranieri: “La mia grande fortuna? Ho avuto sempre mio padre accanto che mi ha tenuto con i piedi per terra”. Proprio il papà è stato il suo primo ammiratore: “Aveva un animo nobilissimo di una dolcezza infinita. Aveva un animo artistico”.
Ranieri ha ricordato con grande emozione anche l’approdo a teatro e l’innamoramento per Lucia Bosè: “Io persi completamente la testa per Lucia Bosè. Giravamo qui a Roma”, ha ammesso. Massimo ha avuto l’onore di lavorare anche con Anna Magnani: “Io sono privilegiato, canto napoletano grazie a lei!”. Tra gli altri grandi anche Vittorio De Sica: “Lui in particolar modo è stato una specie di papà per me”. Indimenticabile anche l’incontro con Luchino Visconti. Questi grandi maestri si affezionavano a lui “perchè penso vedessero in me un ragazzino con tanta volontà, la fame che mi si leggevano in faccia, la mia storia la conoscevano, io venivo dal niente e questa cosa a loro affascinava”.