Si torna a parlare del caso di Massimo Riella, l’uomo evaso quasi due mesi fa ed ancora in fuga sul lago di Como. A farlo è stata la trasmissione Iceberg Lombardia, in collegamento con il padre Domenico che ha smentito di avere nuove notizie in merito al figlio: “Nessuna notizia, tutto buio, tutto silenzioso”, ha commentato. La scorsa settimana l’uomo era in studio dove aveva lanciato l’ennesimo appello al figlio affinché si costituisse: “Eravamo d’accordo che si doveva costituire però il giorno dopo non si è più presentato e non so cosa gli sia successo. Non l’ho più sentito”, ha spiegato.



A detta del padre Domenico, Massimo Riella avrebbe dovuto avere un colloquio con l’avvocato che lo avrebbe poi condotto in carcere. A detta dell’uomo, sarebbe stato lui a dover portare l’avvocato dal figlio. Parole, queste, che come sottolineato dal conduttore Marco Oliva farebbero pensare che lo stesso Domenico sapesse il luogo in cui si doveva il figlio. “Io in quel momento sapevo dov’era ma poi lui è scomparso e non so più niente”.



Massimo Riella, evaso ancora in fuga: il padre interviene in tv

Domenico, il padre di Massimo Riella, si è detto intenzionato a “salvare mio figlio” ed a conoscere la verità sul suo stato. L’uomo ha raccontato che dopo l’intervista della scorsa settimana, alla porta si sarebbe presentata una persona che gli avrebbe riferito l’intenzione del figlio di costituirsi. A quel punto Domenico avrebbe allertato l’avvocato affinché andassero a prendere Massimo. “Poi lui non si è più presentato”, ha spiegato Domenico, “non so se quelli che lo cercavano l’hanno fatto scappare e spostarsi e Massimo non l’ho più sentito. Non è più venuta l’altra persona che doveva portare Massimo dall’avvocato per farsi consegnare”.



Ma chi è la persona in questione? “Un amico di Massimo”, ha riferito Domenico. Non si tratterebbe però della medesima persona che lo aveva messo al corrente del suo ferimento. Secondo il padre le forze dell’ordine non lo avrebbero ancora trovato in quanto lo starebbero cercando in macchina in zone impervie. “Se Massimo vede solo un carabiniere o una macchina non si avvicinerà mai perché l’ultima volta gli hanno rotto le ossa”, ha riferito il padre, “per quello che non viole farsi prendere”.