Colpo di scena nella vicenda di Massimo Riella, l’uomo evaso ormai da oltre un mese, 42 giorni fa ed attualmente in fuga sopra il lago di Como. Del caso si è occupata la trasmissione La vita in diretta. Dopo che si era diffusa la notizia della morte dell’uomo, il padre Domenico ora sostiene che il figlio sarebbe vivo, in fuga ma ferito. “Domenica ho ricevuto la telefonata che Massimo è vivo ed è stato trapassato da un proiettile e poi ha messo giù il telefono e non ho saputo più nulla”, ha commentato l’uomo ai microfoni della trasmissione di Rai1.



Il padre di Massimo Riella ha ammesso di averlo saputo proprio il giorno di Pasqua ed attualmente l’uomo si nasconderebbe tra il lago di Como e la Svizzera. “Non credono ancora che gli hanno sparato, mi ha detto che ha due fori, uno di entrata e uno di uscita. Gli ho detto di farmi una foto sul torace dove è entrato e uscito il proiettile per mandarla in televisione”, ha aggiunto il padre alla trasmissione di Alberto Matano.



Massimo Riella, evaso in fuga e ferito a Como: il padre lo invita ad arrendersi

Secondo il racconto del padre di Massimo Riella, il fuggitivo “Sarebbe stato colpito alla mammella ed è uscito qua sotto la spalla. Si è salvato con la terra. La salute non mi interessa, lui sta alle regole della salvezza: acqua, aria, terra e sole Sono le 4 medicine che ci ha dato Dio, perciò Massimo si è salvato come il cervo ferito, nel fango”, ha proseguito il padre. Da domenica di Massimo non ci sarebbe nessuna notizia, “adesso o si arrende o lo uccidono”, ha aggiunto l’uomo, “Adesso deve arrendersi e deve andare davanti al magistrato a raccontare quello che sa. Come può andare avanti così?”.



Stando a quanto reso noto dall’inviata della trasmissione, anche la figlia di Massimo, Silvia, lo avrebbe invitato a costituirsi. I familiari sono preoccupati e convinti che possa vedere la tv. Quella telefonata è arrivata la domenica di Pasqua solo per dire che era vivo e che era ferito. Ciò avrebbe lasciato una speranza in Domenico e Silvia, il padre e la figlia che da allora non hanno saputo nulla e lo invitano a costituirsi. Entrambi sanno che se sarà fermato dalla polizia non ci sarà più il padre a mediare tra il figlio e la giustizia ma sarà un faccia a faccia tra un evaso e la giustizia che continua a cercarlo da 42 giorni.