Massimo Riva è stato il chitarrista di Vasco Rossi, ma anche il suo alter ego. A dirlo senza girarci troppo torno è stato proprio il Blasco che sin da subito ha capito l’immenso talento di uno dei musicisti e dei frontman più popolari d’Italia. “Ho sempre dato fiducia a Massimo. Lo volevo a casa, lo volevo sul palco. Lo volevo con me perché era il mio alter ego” ha detto Vasco Rossi durante una delle sue interviste parlando del rapporto speciale con il musicista con cui ha condiviso per diverso tempo anche un appartamento a Bologna. Proprio con Massimo, Vasco è salito per la prima volta in Piazza Maggiore a Bologna a cantare le canzoni dei suoi primi album. Un rapporto speciale quello che legava Vasco e Massimo come racconta anche Claudia Riva, la sorella del musicista che ha voluto ricordarlo pubblicando il libro “Massimo Riva Vive!” scritto a quattro mani con il giornalista Massimo Poggini.
“Volevo raccontare la storia della persona, non del musicista, ma nel caso di Massimo le cose coincidono, perché era fatto di musica, sul palco e fuori. Rock ‘n’ roll allo stato puro” – ha rivelato la sorella a Huffingtonpost.it raccontando anche alcuni retroscena come quando al concerto degli U2 invece di godersi il concerto nel salotto vip ha preferito scendere in mezzo alla gente. Una vita segnata dalla musica quella del musicista italiano che ci ha lasciato troppo presto e che ha condiviso buona parte della sua vita proprio con l’amico Vasco. Tra i due una complicità senza precedenti come conferma proprio la sorella: “Massimo era per Vasco il fratello minore, l’alter ego. Mio fratello gli si mise alle costole a 12 anni, quando insisteva per andare in onda a Punto Radio. Diventò il suo chitarrista senza nemmeno averla, una chitarra. Era una spugna, imparava tutto in fretta. A Vasco manca molto quel senso di completezza”.
Massimo Riva morte: “Crisi respiratoria, seguita a una iniezione di eroina”
La vita di Massimo Riva si è interrotta il 31 maggio del 1999 a soli 36 anni. Il musicista emiliano viene ritrovato morto nella sua abitazione a Bologna per via di un’overdose di eroina. Stando a Il Messaggero la causa del decesso del chitarrista di Vasco Rossi è legata proprio ad una dose fatale di eroina come si evince dal referto medico dell’autopsia: “eferto di constatazione del decesso, diffuso ieri dalle autorità sanitarie, che ha reso inutile l’autopsia: “Crisi respiratoria, seguita a una iniezione di eroina”. La morte di Massimo Riva è un fulmine a ciel sereno per tutti i musicisti, colleghi, fan di Vasco e naturalmente anche per il Komandante che in quei giorni di grande dolore diffuse un comunicato stampa che risuonò come un vero e proprio sfogo sulla causa della morte del suo amico Massimo. “E’ morto un amico e invece del silenzio… c’è chi, per accrescere la propria credibilità, ha scelto di “speculare” lanciando anzitempo inutili messaggi moralizzatori” scrisse Vasco precisando – “questo addio silenzioso non preserva noi dal solito e banale chiacchiericcio moralista sui rischi della droga e bla bla bla… (…) Questa volta, però, non limitiamoci a scuotere la testa e a dirci fra amici che sono le regole del gioco, che il rock è maledetto e non conta più le sue vittime”. Oggi Massimo Riva vive, vive ancora nelle canzoni di Vasco Rossi, ma anche nella scuola che porta il suo nome e realizzata grazie ai proventi del brano “La fine del millennio”.