Massimo Segre, il finanziare che durante l’estate di un anno fa divenne un vero e proprio caso mediatico dopo aver sbugiardato la propria compagna, Cristina Seymandi, rendendo pubblico durante una festa il suo tradimento, non è imputabile. Lo scrive il Corriere della Sera ricordando che il garante della privacy, subito dopo che emerse il video “scandalo”, aveva deciso di vederci chiaro per capire se in qualche modo Massimo Segre avesse violato qualche legge sui dati, diffondendo appunto le notizie della sua, all’epoca, fidanzata, quasi moglie.



Ma ripercorriamo un po’ la vicenda, ricordando come il caso scoppiò il 27 luglio del 2023: Massimo Segre aveva il sospetto che la sua compagna, Cristina Seymandi, avesse una relazione con un altro uomo, di conseguenza decise di assumere un investigatore privato che purtroppo scoprì quanto dubitava. Inoltre, lo stesso investigatore fu incaricato di riprendere il famoso discorso proferito alla festa, qualora fosse scoppiato un contenzioso con la sua ex.



MASSIMO SEGRE E CRISTINA SEYMANDI: IL VIDEO NON FU DIFFUSO DA LUI

Attenzione però, Massimo Segre voleva solo raccogliere il materiale come possibile prova, non diffonderlo, visto che non fu appunto lo stesso a pubblicare sui social e su internet il filmato che divenne virale in breve tempo. Per settimane non si parlò d’altro, fra chi si schierò a spada tratta a fianco del finanziere e chi invece prese in qualche modo le difese di lei, “crocifissa” in piazza davanti a tutti.

Alla fine, come detto sopra, intervenne anche l’Autorità del Garante della Privacy che aprì sul caso una indagine in quanto Massimo Segre aveva condiviso delle informazioni che riguardavano la vita privata della donna. Venne così avviata una istruttoria anche per scoprire chi avesse diffuso il filmato, che ricordiamo, è stato registrato in un evento privato e non pubblico. Segre non ha diffuso il video ne tanto meno l’investigatore privato che ha girato il filmato: chi è stato allora?



MASSIMO SEGRE E CRISTINA SEYMANDI: LA RECENTE INTERVISTA DI LEI

Il mistero resta ma ciò che conta è che il finanziarie non è risultato imputabile, e stando al Corriere della Sera anche i professionisti a cui lo stesso si era rivolto per scoprire il fattaccio. Secondo quanto emerso dopo accurata indagine non ci sarebbe stata alcuna violazione dei dati personali, di conseguenza non è stato adottato alcun provvedimento nei confronti del finanziarie.

Una vittoria importante quindi per Segre che possiamo tranquillamente dire, non è stato questa volta cornuto e mazziato. In caso contrario, infatti, sarebbe risultato quasi una beffa per il finanziare già tradito dalla sua compagna dell’epoca. La scorsa estate Seymandi era tornata sul caso parlando con i microfoni de La Stampa e spiegando che non aveva più visto Massimo Segre e che era intenzionata a proteggere la sua privacy dopo quanto accaduto, di conseguenza la sua intenzione era quella di tornare in qualche modo nell’anonimato lasciandosi alle spalle quella che è stata una vicenda dolorosa per tutti.