Massimo Stano è in gara per la conquista del secondo oro alle Olimpiadi di Parigi 2024, dopo una vittoria conquistata a Tokyo, arrivato anche lì primo sul podio. Nonostante sia un atleta a tutto tondo, non è molto conosciuto nella sua sfera privata. Infatti, è sposato con Fatima Lofti, di origini marocchine e per la quale si è convertito all’Islam. Poche ore fa ha rilasciato un’intervista al Messaggero, in cui racconta come sono andate le olimpiadi in Giappone e la speranza di rifare il bis anche in terra parigina. Ai microfoni del quotidiano ha spiegato che durante la gara a Tokyo aveva conquistato l’oro pur essendosi infortunato, ferendosi con una bottiglietta di acqua sotto ad un piede.



Quell’episodio mi ha dato una carica pazzesca”, ha confessato, dicendo che del resto, in una gara di questo tipo puoi perdere tutto da un momento all’altro. Nonostante ammetta di non essere stato sicuro fino all’ultimo di partecipare alle Olimpiadi di Parigi 2024, Massimo Stano ha dichiarato di essere in realtà in una condizione discreta che gli permette di puntare ancora una volta alla vittoria. Tutto merito del suo spirito competitivo e dell’allenamento quotidiano del marciatore, che insieme alla moglie – anche lei marciatrice – svolge in modo molto rigido, inseguendo il sogno del doppio oro.



Massimo Stano a cuore aperto sulla conversione all’Islam: “All’inizio pensavo di non farcela, poi…”

Massimo Stano, classe 1992 è un marciatore di origini baresi. Da piccolo si è trasferito da Bari a Palo del Colle e dopo il diploma di programmatore informatico si è dato completamente alla corsa, tanto che nel 2011, ancora giovanissimo, vince un concorso per atleti indetto dalla Polizia di Stato. Uno degli aspetti più interessanti della sua vita è stato quello della conversione all’Islam, per amore della moglie Fatima Lofti. Lei, di origini marocchine, è vissuta per molto tempo a Varese e ha alle spalle una lunga carriera nella disciplina della marcia.



La sua conversione religiosa è avvenuta gradualmente: “All’inizio pensavo che il digiuno fosse praticamente impossibile”, ha ammesso Massimo Stano sempre al Messaggero: “Poi però ho visto che potevo farcela”, aggiunge, sottolineando di aver tratto forza da questa pratica per raggiungere numerosi obiettivi. Di certo è stata una conversione difficile all’inizio, con aspetti culturali completamente diversi da quelli occidentali, ma Massimo Stano lo ha fatto per amore, rendendosi poi conto che quelle tradizioni lo aiutavano a trovare la forza anche per il suo sport: “Secondo me nei miei successi un po’ di zampino dell’Islam c’è”.