Massimo Troisi: carriera e film
Massimo Troisi: geniale regista e attore napoletano che ha fatto sognare e riflettere con la sua malinconia in pellicole senza tempo. Nato a San Giorgio a Cremano, Napoli, Massimo Troisi è stato uno degli attori e registi più amati di sempre. La sua ironia e la sua genialità sono state sempre il marchio di fabbrica di film, sketch e momenti di spettacolo che hanno fatto divertire e sognare milioni di italiani. Dal grande successo con La Smorfia, il trio comico con gli amici e colleghi Lello Arena ed Enzo Decaro, all’amicizia con Pino Daniele fino alla grande popolarità in Italia e nel mondo per i suoi film tra cui spicca “Il postino”, opera postuma premiata agli Oscar.
Non si contano i film di successo di Massimo Troisi, anima bella che ha scritto alcune delle pagine più belle della cinematografia e dello spettacolo italiano. Indimenticabili le pellicole: “Ricomincio da tre”, “No grazie il caffè mi rende nervoso”, “Scusate il ritardo”, “Pensavo fosse amore invece era un calesse” fino a “Il postino”.
Massimo Troisi e la morte a soli 41 anni
Purtroppo Massimo Troisi è venuto a mancare molto presto. A soli 41 anni, infatti, è morto il 4 giugno del 1994 dodici ore dopo aver terminato le riprese del film “Il postino” con cui il suo nome ha conquistato anche il mondo di Hollywood. L’attore è morto a casa della sorella Annamaria per un attacco cardiaco conseguente alla febbre reumatica. Sin da bambino, infatti, Massimo era affetto da febbre reumatica che gli ha causato una gravissima degenerazione della valvola mitrale. Proprio l’attore in una delle vecchie interviste aveva parlato apertamente della sua malattia: “ricordo che rimanevo a letto, avevo 14, 15 anni e lucidamente, quasi come un adulto, sentivo che di là, in cucina, si stava parlando del mio problema, di cosa fare”.
Un problema al cuore che non aveva mai risolto del tutto. L’artista si spegne a soli 41 anni 12 ore la fine delle riprese del film per un attacco cardiaco. Tra le sue citazioni più belle vogliamo ricordare: “io devo tutto a quel mondo, al mio paese, San Giorgio a Cremano, 5 km da Napoli. Laggiù ho imparato cos’era la disoccupazione, ma anche a non rassegnarmi. Ho imparato a parlare, a fare ‘o teatro’ e non mi pare di essere cambiato molto da allora”.