Lello Arena è stato uno dei più grandi amici del celebre attore napoletano Massimo Troisi. Un rapporto che si è acceso fin dal loro primo incontro e che si è consolidato nel corso degli anni, tra esperienza condivise nel mondo del cinema e dello spettacolo. In una intervista rilasciata ai microfoni di Rai Radio 2, Lello Arena aveva fatto riemergere alcuni simpatici aneddoti sulla loro amicizia, nata da giovanissimi in una parrocchia di quartiere.“C’era un attore che doveva fare un piccolissimo ruolo, si era ammalato, aveva la febbre a 40. A tutti era venuto in mente Massimo per sostituirlo. Si sapeva che era un ragazzo simpatico”.



“Praticamente – ha raccontato Lello Arena – Massimo ha esordito sul palco per sostituire un salumiere che aveva la febbre. Doveva presentare i vari salumi che portava. Mi ha chiesto ‘ma li devo dire in ordine?’ e questa cosa che doveva durare sei secondi è durata sei minuti con la gente che si sentiva male dalle risate”. Quella battuta ficcante fece capire immediatamente a Lello Arena di trovarsi di fronte ad una persona speciale, oltre ad un comico ricco di talento.



Lello Arena sulla malattia di Massimo Troisi: “usata per il consenso”

Così, insieme ad Enzo De Caro, Lello Arena e e Massimo Troisi danno vita al trio La Smorfia, uno dei gruppi comici in grado di riscuotere maggiore successo all’epoca. “I bagarini vendevano i nostri biglietti a 50.000 e costavano 3000. La nostra è una storia strana e bella”, ha spiegato Arena. L’amico fraterno di Massimo Troisi ha persino scritto un libro per rievocare la grandezza dell’artista napoletano. Ma soprattutto per ristabilire alcune verità che a suo dire sarebbero state distorte dai media, dopo la sua morte.



Lello Arena, infatti, fa spesso riferimento alla malattia di Troisi, “usata come grimaldello emotivo per ottenere il consenso del lettore”. “Ma la malattia di Massimo, tranne che per il suo epilogo drammatico, non è mai stato un problema per noi”, ha continuato Arena, esaltando il fascino del suo grande amico e collega: “Massimo aveva una bellezza diversa ma piaceva molto. Io facevo un po’ il fanalino di coda ma non avevo di che lamentarmi”.