Nathaly Caldonazzo e Massimo Troisi hanno vissuto una storia d’amore importantissima, durata un paio d’anni, fino agli ultimi giorni di vita del regista. Nonostante lui sia scomparso da anni, la showgirl continua ad avere un bellissimo ricordo di lui, che “è stato il secondo amore della mia vita”, sono state le sue parole.



Tutto è nato per caso, in seguito a un incontro in un ristorante: “Notai che mi guardava sempre, chiesi alla mia amica che cosa volesse – ha raccontato lei al ‘Gf Vip’ -. Ricordo che andavo che andavo anche a vedere i suoi film e non mi piacesse molto per quell’accento. Quando uscì dal ristorante lo salutai, ma lui mi cercò per molto tempo. Riuscì a trovarmi quando il suo migliore amico si mise con la parrucchiera di mia sorella”.



Nathaly Caldonazzo e l’amore con Massimo Troisi: vicini fino alla fine

A complicare il loro rapporto ci ha pensato la malattia dell’uomo, costretto a un intervento chirurgico che si è poi rivelato poco efficace. L’ex primadonna del Bagaglino ricorda quei momenti e la decisione di operarsi negli Stati Uniti pensando che quello potesse aiutarlo a salvarsi dal problema al cuore.

“Quando gli stavi vicino sentivi questo ticchettio metallico e lui mi spiegò che era il suo cuore. Si era fermato durante una partita di calcio a San Giorgio a Cremano e tutto il paese aveva pagato per lui il viaggio per l’operazione a Houston” ha ricordato, “Mi disse che dovevamo andare a Los Angeles per parlare con il regista del Postino e poi a fare un controllo a Houston. Nelle prime due settimane pareva essersi ripreso, mentre dopo il controllo il medico fece emergere una realtà durissima. Gli disse che aveva il cuore di un settantenne e doveva operarsi subito, o lì o in Italia. I medici mi dicevano avesse bisogno di un trapianto, ma io provavo a rassicurarlo, dicendogli che saremmo tornati presto, ma non riuscivamo mai a prendere questo aereo. Ce l’abbiamo fatta dopo un mese e mezzo, con le bombole di ossigeno e lui ha voluto ostinatamente fare questo film con il suo cuore. Un film che, in un certo senso, lo ha ucciso”