La malattia di Massimo Trosi

Massimo Troisi resta uno degli attori e registi più amati del cinema italiano. Il suo nome resta una pietra miliare della recitazione italiana. Nonostante la sua carriera sia stata breve è stata intensa e importante. Nato a San Giorgio a Cremano (Napoli), il 19 febbraio del 1953, affetto sin da bambino da febbre reumatica, sviluppa una grave degenerazione della valvola mitrale, complicata dallo scompenso cardiaco che gli sarà fatale in età adulta portandolo alla morte. «Ricordo che rimanevo a letto, avevo 14, 15 anni e lucidamente, quasi come un adulto, sentivo che di là, in cucina, si stava parlando del mio problema, di cosa fare» dichiarò una volta in un’intervista.



Per cercare di risolvere il problema di salute, Troisi, nel 1976 si sottopose a un delicato intervento alla valvola mitrale a Houston eseguito da Michael E. DeBakey, uno dei più famosi e importanti cardiochirurghi di sempre. L’intervento ebbe esito positivo e l’attore, carico di nuova energia, dopo il rientro in Italia, riprese immediatamente la sua attività teatrale.



La morte di Massimo Troisi

Per tutta la vita, Massimo Troisi ha dovuto convivere con i problemi di salute e, nel 1993, si sottopose ad un nuovo intervento al cuore negli Stati Uniti che, tuttavia, non gli procurò i miglioramenti sperati. Le condizioni di Troisi peggiorano durante le riprese de Il postino, film a cui è legatissimo e, in una delle scene più faticose, è costretto a farsi sostituire da una controfigura. In un’intervista, l’attore Renato Scarpa dichiarò che Troisi disse «questo film lo voglio fare con il mio cuore» rifiutando, così, l’ipotesi di sottoporsi ad un trapianto.



Trosi morì nel sonno poche ore dopo la fine delle riprese de Il Postino. Era il 4 giugno 1994 quando Troisi spirò a casa della sorella Annamaria al Lido di Ostia, a soli 41 anni stroncato da un attacco cardiaco conseguente all’ennesimo episodio di febbre reumatica.