Con che animo si va in scena in questi giorni? Ospite di Oggi è un altro giorno, Massimo Wertmuller non ha utilizzato troppi giri di parole, in riferimento alla drammatica crisi in Ucraina: «Non è facile per niente. Per me non lo è. Qui non ti distrai. E’ una cosa che ci riguarda troppo da vicino. Mi fermerei qui, perché poi mi comprometto e mi arrestano».
Insiema a Edy Angelillo e Michele La Ginestra, Massimo Wertmuller è protagonista in teatro con “Rugantino” e ha parlato così del grande animo romano che esplode nello spettacolo: «Il romano è un po’ disincantato. Grazie a quel disincanto siamo sempre stati una città accogliente, pronta al confronto. E in questo la vedo cambiata Roma. Questo è un modo per proporre una Roma piena di grazia, musicale, calda, come quella raccontata da Gigi Magni».
MASSIMO WERTMULLER, IL RICORDO DELLA ZIA LINA
Non poteva mancare un riferimento alla zia Lina Wertmuller, che ci ha lasciati recentemente. Massimo Wertmuller ha rivelato: «Se la chiamavo zia si arrabbiava. Per ricordarla in chiesa mi è partita qualche parolaccia, perché lei era un parolaccifico. Non posso dire quello che mi diceva (ride, ndr). Era un florilegio di parolacce». Nel corso del suo intervento, il celebre attore ha poi evidenziato: «Non posso nascondere che dopo un po’ di tempo, rivederla mi fa un certo effetto. E’ l’ultimo parente che mi era rimasto. Lina, come tutti quei maestri, si proponeva anche come maestra di vita. In questa situazione di guerra, sai quanto sarebbero serviti intellettuali schierati insieme a noi? Lei e altri si proponevano come guida». Massimo Wertmuller ha poi concluso il suo intervento con un ricordo commovente: «Io so che ci siamo voluti tanto bene, questo l’ho saputo e l’ho capito. Ce lo siamo detti».