Con quello che per molti potrebbe essere definito un vero e proprio colpo di scena, la Corte di Cassazione ha riconosciuto la validità delle rivendicazioni da parte dei massoni del Grande Oriente d’Italia su Palazzo Giustiniani, attuale (ed ormai storica) sede del Senato. Rivendicazioni che potrebbero sembrare assurde, ma che nella realtà sembrano fondarsi sulla verità, perché secondo la Cassazione nessuno ha mai annullato l’atto di compravendita originale.



I massoni, insomma, sarebbero gli effettivi e legali proprietari di Palazzo Giustiniani, ma la Cassazione ha dovuto, necessariamente, fare un passo indietro trattandosi di una materia che non è di sua competenza. La decisione è stata, dunque, rimessa in mano del Tar del Lazio e del Consiglio di Stato, che a loro volta alcuni anni fa avevano rimesso la decisione in mano alla Corte suprema. Questo, tuttavia, ci tiene a sottolineare Stefano Bisi, Gran Maestro dei massoni italiani intervistato da Huffpost, non significa che il Senato dovrà fare le valige e abbandonare Palazzo Giustiniani, ma rappresenta, quantomeno, una vittoria simbolica. L’auspicio di Bisi è che si possa “risolvere finalmente questo contenzioso” e, magari, concedere al GOI alcune stanze del palazzo romano.



La lunga storia di Palazzo Giustiniani rivendicato dai massoni

Insomma, i massoni su Palazzo Giustiniani hanno sempre avuto ragione, fin da quel 1925 in cui divenne sede del Senato. Il GOI, infatti, acquistò il palazzo dai precedenti proprietari nel 1911, rendendolo subito la sede principale della massoneria italiana, almeno fino al 1925 quando Benito Mussolini, che mal sopportava la massoneria, irruppe nell’edificio e ne prese possesso, vantando il diritto di prelazione.

Nessuno, tuttavia, si ricordò di invalidare il documento di acquisto di Palazzo Giustiniani da parte dei massoni, che hanno avviato una vera e propria battaglia, ormai quasi secolare. Una prima svolta, per così dire, si ebbe negli anni ’50, quando il GOI vinse il primo grado di giudizio, salvo poi perdere in Appello perché, secondo i giudici, era passato troppo tempo. Il GOI decise di andare fino in fondo e tra il 1961 e il 1981 riuscì ad ottenere alcuni spazi dell’edificio. Nel 1991, invece, Spadolini concesse formalmente 140 metri quadri di Palazzo Giustiniani ai massoni, affinché si realizzasse un museo del GOI che, tuttavia, non ha mai visto la luce. L’ultimo capitolo della battaglia, invece, è la sentenza della Cassazione, che ha rimesso il giudizio sulla vicenda nelle mani del Tar, dove quasi certamente il GOI poterà la sua causa, per chiudere finalmente questa battaglia eterna e mettere nuovamente piede nell’edificio.