SCUOLA E AGGRESSIONI, LA “RICETTA” DEL PESCATORE CON Paola Mastrocola

Già negli scorsi giorni avevamo affrontato l’analisi della scrittrice ed esperta di educazione Paola Mastrocola in merito alle tante, troppe, aggressioni che gli insegnanti sono costretti a sopportare in maniera esponenziale in questi ultimi anni: i casi di Rovigo e Abbiategrasso, poi, hanno portato il Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara a varare un nuovo pacchetto di riforme per valorizzare il voto in condotta e procedere con sanzioni nette nei vari casi di bullismo in classe, anche contro i prof.



Ebbene, secondo Mastrocola – intervistata da Francesco Borgonovo su “La Verità” – le regole vanno ricalibrate arrivando, a mali estremi, anche alla bocciatura laddove ci si trovi in presenza di violente aggressioni al corpo docente: impallinare una prof come a Rovigo non dovrebbe portare alla promozione, come ha fatto intendere anche il Ministro che ha richiesto una riconsiderazione del caso valutato dal Consiglio di Classe (e un pena più dura dal prossimo anno per chi si macchia di atti del genere). La scrittrice, citando un pescatore con cui ha dialogato negli scorsi giorni sul caso di Rovigo, riporta la vicenda su uno sfondo di aspra ma reale cultura popolare: «bocciarlo dovevano». Sebbene non sempre sia la soluzione la bocciatura, occorrono atti importanti che – accompagnati da solida educazione e vicinanza – possano realmente incidere sulla quotidianità di giovani generazioni spesso apparse “allo sbando”.



MASTROCOLA: LA SCUOLA SCONTA IL PESO DEL SESSANTOTTO, TROPPO BUONISMO SENZA SANZIONI

Il tema, rileva ancora Paola Mastrocola, è che «non si dovrebbe arrivare a tanto. Se un ragazzo arriva anche solo a pensare di poter puntare una pistola ad aria o un coltello davanti al suo insegnante, vuol dire che non è stato educato mai al rispetto, mai alle più elementari regole del vivere civile, né in famiglia né a scuola, fin da quando era bambino». Si è rotto da anni il “patto” ideale tra scuola e studenti, tra prof e ragazzi: da un punto di vista cultura, spiega Mastrocola, per il mancato rispetto del ruolo dell’insegnante come “depositario di un sapere più vasto che trasmette ai giovani”; ma è anche educativo come problema, «non esiste più il “superiore”, tutti sono sullo stesso piano, insegnante, allievo, bambino e adulto».



Sono «tutti amici, tutti complici» per Mastrocola, il che è segno di una deriva educativa difficile da risolverà: tra le tante colpe e mancanze della nostra cultura e società è il peso di un Sessantotto «degenerato, che negli ultimi 30 anni si è diabolicamente mescolato al consumismo sfrenato e alla cultura dello spasso, dando origine a una società del benessere a tutti i costi, dove vige il diritto al divertimento e alla soddisfazione immediata di ogni desiderio e appettato senza nessun dovere previsto». Secondo la scrittrice intervistata da “La Verità”; il clima dominante oggi «è fatto di un permissivismo venato da buone intenzioni. Le parole d’ordine sono accoglienza, inclusività, diritti. Regole blande, che perlopiù si disattendono. E al posto delle sanzioni, l’analisi delle cause (economiche, sociali, psicologiche), la comprensione, l’ascolto, la lezioncina morale affidata agli esperti. Tutto vie- ne ricondotto al “disagio giovanile”: troppo facile, e ingiusto». In questo senso tornare a dare un valore vero al voto di condotta, come fatto dal Ministro Valditara nell’ultima mini-riforma sul bullismo a scuola, «è un buon passo in avanti» secondo Mastrocola. Provando a fissare in 3 macro-punti la possibile “riforma” da attuare per la scuola del futuro, la scrittrice e insegnante Paola Mastrocola si sofferma sulla revisione dei programmi e dei compiti culturali a elementari-media; più potere agli insegnanti e «Esigere uno studio serio dai ragazzi, senza blandirli con vie facilitate e l’abolizione di ogni ostacolo: le difficoltà fanno crescere, e il giudizio, anche espresso in voti, serve a dare ad ognuno la misura di quel che vale e di quanto può migliorare».