Tra le tracce della seconda prova di matematica del liceo scientifico alla Maturità c’è l’afelio, un concetto sconosciuto a molti, ma che può essere tradotto anche con l’aiuto degli studenti del liceo classico, visto che il termine deriva dal greco antico e significa lontano dal Sole. Dunque, si tratta del punto di orbita in cui si trova un pianeta alla massima distanza dal Sole; al contrario, il punto più vicino viene chiamato perielio. Sapere cos’è l’afelio è importante, anche perché è un concetto legato alle leggi di Keplero con cui viene descritto il moto dei pianeti; ad esempio, stando alla legge delle Aree, la seconda di Keplero, i pianeti sono più veloci nel loro movimento quando sono vicini al Sole, mentre sono più lenti quando sono all’afelio.



Tra i quesiti ce n’era uno sulla funzione fratta, con cui si definisce il rapporto tra due funzioni mantenendo un denominatore non costante, di conseguenza bisogna individuare il dominio. La difficoltà è legata all’esercizio, perché ci sono vari aspetti da considerare, come grado dei polinomi, fattorizzazione e radici, ma anche i punti di discontinuità possono incrementare la difficoltà della risoluzione di una funzione fratta. Il consiglio è di partire dall’individuazione del dominio e del valore, poi evidenziare i punti di discontinuità per semplificare la funzione, procedendo con la fattorizzazione dei polinomi al numeratore e denominatore, concludendo con l’esame degli asintoti per ottenere alla fine un grafico preciso.



COSA C’ENTRANO GADDA E LA BELLEZZA CON LA MATEMATICA

Nella seconda prova di matematica della Maturità c’è anche un quesito che contiene un passaggio di “L’Adalgisa” di Carlo Emilio Gadda, in cui vengono descritte le piastrelle esagonali di una stanza, con le misure dell’apotema e il raggio del cerchio circoscritto; il quesito risulta così più coinvolgente, visto che i problemi tradizionali tendono a essere monotoni, e si dimostra un approccio interdisciplinare. Lo dimostra anche la presenza tra i quesiti di Hardy, matematico noto per aver colto il lato artistico da questa materia scientifica: era convinto che la matematica fosse una forma d’arte e la sua bellezza sta nella semplicità ed eleganza. Ad esempio, per Hardy un lavoro matematico deve anche essere bello, a prescindere dalla sua utilità pratica, quindi ha ispirato i matematici affinché cercassero non solo soluzioni giuste, ma anche belle esteticamente.

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