Buone notizie in arrivo per i conti a tavola dei consumatori. L’Indice dei prezzi alimentari della FAO, riferimento dei prezzi delle materie prime alimentari internazionali, è sceso per il dodicesimo mese consecutivo a marzo, registrando una media di 126,9 punti, in calo del 2,1% rispetto al mese precedente e del 20,5% al di sotto del livello massimo di marzo 2022. Un risultato trainato dal calo delle quotazioni mondiali degli oli vegetali, in media inferiori del 3,0% rispetto al mese precedente e del 47,7% al di sotto del livello di marzo 2022. Ma a giocare un ruolo sono anche i cereali, diminuiti del 5,6% rispetto a febbraio, con i prezzi internazionali del grano in calo del 7,1%, spinti al ribasso dalla forte produzione australiana, dal miglioramento delle condizioni dei raccolti nell’Unione europea, dall’elevata offerta dalla Federazione Russa e dalle continue esportazioni dall’Ucraina in virtù della Black Sea Grain Initiative.
La complessiva discesa indicata dalla FAO dovrebbe riflettersi positivamente sugli scontrini della spesa nei prossimi mesi. Al momento, però, i pezzi restano ancora alti. I dati diffusi da Istat relativi alle vendite al dettaglio del mese di febbraio evidenziano infatti un incremento tendenziale a valore del +5,8%, frutto della crescita dei prezzi, al quale corrisponde un calo a volume del -3,5%, segno evidente delle difficoltà che incontrano le famiglie a fare quadrare i conti davanti alla contrazione del potere di acquisto generata dalla spinta inflattiva.
Gli italiani, in buona sostanza, hanno tagliato le quantità dei prodotti messi nel carrello per contenere lo scontrino. E va detto che questa non è l’unica strategia di risparmio messa in atto dai nostri connazionali. Secondo una recente rilevazione di Ipsos per Federdistribuzione, il 60% dei consumatori presta più attenzione a offerte e promozioni, il 46% sta più attento agli sprechi, il 29% ha cambiato il luogo dove effettua gli acquisti, il 19% ha diminuito la qualità o ha rinunciato ad alcune caratteristiche dei prodotti.
“Si tratta – commenta Carlo Alberto Buttarelli, Presidente di Federdistribuzione – di uno scenario preoccupante che richiede di ridare priorità al sostegno della domanda interna per scongiurare possibili prospettive recessive, mettendo in campo tutte le azioni e le politiche necessarie per recuperare il potere di acquisto delle famiglie e difendere le imprese da eventuali ulteriori balzi in avanti dei costi legati all’energia e alle materie prime”. Ma almeno su questo ultimo fronte, i numeri, come visto, sembrano per ora essere confortanti.
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