Il litio costituisce un elemento fondamentale per le auto elettriche e per la cosiddetta industria alternativa a quella tradizionale. Non è un caso che a giugno il Parlamento europeo abbia votato a favore del divieto di vendita di auto termiche nuove a partire dal 2035.

Il vice presidente della Commissione europea ha fissato un obiettivo ambizioso che l’Ue dovrebbe raggiungere, e cioè quello di diventare la seconda regione capace di produrre batterie al litio, addirittura dopo la Cina, entro il 2025. Data, questa, oltre modo ambiziosa, considerando che oggi l’Europa importa questo elemento dall’estero.



Proprio per questa ragione la presenza del litio in Serbia costituisce un elemento chiave, come si evince dagli investimenti che la multinazionale anglo-australiana Rio Tinto sta facendo in questa regione. Il capitale di questa multinazionale è in parte detenuto dalla Gran Bretagna, in parte dall’Australia e in parte dagli Stati Uniti. Inoltre non c’è dubbio che sia una delle multinazionali più attive nel contesto balcanico. Il progetto che questa multinazionale intende porre in essere in Serbia prende il nome di progetto Jadar.



Le figure chiave di questo progetto sono, da un lato, il secondo segretario dell’ambasciata australiana, Mike Shirat, e lo statunitense Kenyan Stephen Ndegwa, ex direttore della Banca mondiale in Serbia. Dati gli ingenti investimenti e gli enormi interessi in gioco, sono state poste in essere pressioni rilevanti sul governo serbo e soprattutto l’impatto ambientale, che di fatto sarebbe devastante, è stato accuratamente occultato. Non dimentichiamo inoltre che questa multinazionale ha già preso accordi con alcune fra le più importanti case automobilistiche tedesche, e cioè Daimler, Volkswagen e Bmw.



Domandiamoci, infine, perché questa multinazionale ha deciso di investire in modo così rilevante proprio in Serbia e non per esempio in altri paesi europei come Germania, Repubblica Ceca, Spagna o Portogallo. La risposta è molto semplice: in questi paesi la presenza di movimenti ambientalisti è molto forte e difficilmente sarebbe possibile realizzare un progetto di questo genere.

Al contrario, l’estrazione del litio in Serbia consentirebbe, da un lato, di massimizzare i profitti e soprattutto di minimizzare gli eventuali rischi. In definitiva, questo costituisce un ulteriore elemento che dimostra la totale dipendenza della Serbia non solo da paesi europei, ma anche da paesi extra-europei come la Cina.

Insomma, la Serbia – piaccia o meno – è andata via via erodendo la sua sovranità, sia politica che economica.

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